Dal mare al palcoscenico, il riscatto di sei migranti in Italia

di claudia
teatro blitz

di Claudia Volonterio

Si chiamano Ibrahima Deme, Mbemba Camara, Moussa Sangaré, Souleymane Bah, Moussa Koulibaly e Bassi Dembele i sei giovani “venuti dal mare” che dal 2019 fanno parte della compagnia teatrale palermitana “Blitz”,  fondata da Margherita Ortolani e Vito Bartucca. Una storia di migrazione cominciata come altre e diventata un punto di partenza per una vita in Italia, all’insegna del teatro e di progetti culturali finalizzati a far emergere nuove narrazioni.

La compagnia teatrale Blitz, con sede a Palermo, si sposta in tutta Italia con spettacoli concepiti per attivare una riflessione nel pubblico su temi importanti e urgenti. Una delle particolarità di questo gruppo è l’apertura che i suoi fondatori, Margherita Ortolani e Vito Bartucca hanno avuto di fronte a sei giovani migranti africani, giunti in Italia per costruirsi un futuro qui. La loro storia ha cominciato a prendere forma grazie alla particolare sensibilità di chi guida la compagnia: “Non abbiamo lavorato con questi ragazzi perché sono migranti ma perché sono portatori sani di potenzialità e di valori unici e imprescindibili. È questo il primo muro culturale da abbattere. È anche vero che il lavoro è stato durissimo e i ragazzi hanno lavorato nonostante le difficoltà che la condizione di migrante implica: il non vedersi riconosciuti, il non avere un’autentica possibilità di riposo, una casa nella quale tornare. La loro identità è continuamente messa in discussione da uno status che si ostina a mantenerli invisibili”, racconta Margherita Ortolani al Fatto Quotidiano.

Tutto è cominciato alcuni anni fa, quando i giovani migranti hanno deciso di accogliere l’invito a teatro che un volontario aveva rivolto a molti di loro nel centro di accoglienza della città. Pochi hanno risposto all’invito, comprensibilmente se si pensa alle difficoltà linguistiche e al disorientamento iniziale di trovarsi così lontano da casa e dal proprio mondo fino ad allora conosciuto. Alcuni di loro però ci hanno provato. Dall’assistere come spettatori il passo per arrivare sul palco è stato breve, ma non facile. La formazione messa in atto dalla compagnia è stata fondamentale per cogliere i talenti di tutti i componenti e farli fiorire. Souleymane Bah, che in Senegal era un sarto, è diventato il costumista della compagnia; Ibrahima Deme è diventato un attore, Mbemba Camara è un tecnico delle luci, Bassi Dembele si occupa delle foto e dell’organizzazione, Moussa Koulibaly è tecnico del suono.

Dal debutto con lo spettacolo “Chiamatemi Mohamed Alì” del drammaturgo congolese Dieudonné Niangoun all’interno del progetto “Diverse Visioni” con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la compagnia oggi continua a lavorare attraverso spettacoli, performance, progetti culturali e di formazione.

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