In Angola continua la controversia legata ai resti dello storico leader dell’Unita, Jonas Savimbi, che riesce ancora oggi a creare conflitto. L’Unione nazionale per l’indipendenza totale dell’Angola (Unita), ex movimento indipendentista attivo durante la guerra civile angolana, avrebbe rifiutato di accogliere i resti del suo leader e fondatore Jonas Savimbi, ucciso nel 2002. Lo ha annunciato ieri il ministro di Stato e capo per gli Affari della sicurezza della presidenza, Pedro Sebastião. Il ministro ha puntato il dito proprio contro i vertici dell’Unita, che a suo avviso starebbero ostacolando la ricezione della salma di Savimbi, la cui consegna formale era stata fissata per martedì in vista della sepoltura prevista il prossimo 1° giugno nel cimitero di Lopitanga, nella provincia centrale di Bié.
«La bara contenente i resti di Jonas Savimbi, consegnata ieri (martedì) a Luena, nella provincia orientale del Moxico, è stata trasferita nel comune di Andulo, dove si sarebbe dovuta svolgere la consegna formale, tuttavia la leadership dell’Unita non ha rispettato il programma concordato», ha detto Sebastião nel corso di una conferenza stampa tenuta nella capitale Luanda. L’esponente di governo ha tuttavia aggiunto che il rifiuto da parte dei rappresentanti dell’Unita «non cambierà nulla» e che i resti di Savimbi saranno affidati «alla custodia di un ufficiale militare» fino a quando la famiglia e il partito non decideranno di recuperarli per la sepoltura.
Intervenendo di fronte alla stampa, l’attuale presidente dell’Unita, Isaias Samacuva, ha smentito la cosa e ha a sua volta accusato il governo di aver modificato il programma concordato per la consegna della salma del leader indipendentista e di aver preso la decisione unilaterale di consegnare i resti di Savimbi nella città di Lopitanga, nel comune di Andulo, e non a Luena, come concordato in precedenza.
La polemica, che da qualche tempo tiene banco nel dibattito pubblico angolano, è nata da quando i membri della sua famiglia e l’Unita avevano chiesto al governo di seppellire Savimbi nel suo villaggio natale vicino alla città di Kuito. Il suo corpo dell’ex guerrigliero angolano, soprannominato “Galo Negro”, è stato sepolto dalla sua morte nel 2002 nella vicina provincia di Moxico.
La decisione di permettere finalmente alla famiglia di accedere al corpo di Savimbi segue il lungo cammino che l’Angola ha fatto verso la pace negli ultimi 17 anni. L’ex-presidente angolano José dos Santos si era categoricamente rifiutato di farlo, ma dopo le elezioni del 2017 il nuovo presidente dell’Angola, João Lourenço, ha avuto un approccio più conciliante ed ha accettato di far esumare il suo corpo e di inviarlo alla sua famiglia.
Dopo l’indipendenza conseguita dall’Angola nel 1975, Savimbi si alleò con l’Fnla contro il Movimento popolare di liberazione dell’Angola (Mpla). Durante la guerra civile che ne scaturì furono uccise circa 500.000 persone e ci furono quasi quattro milioni di sfollati. L’Mpla era appoggiato da Cuba e dall’Unione Sovietica, mentre Savimbi e Fnla erano supportati da Sudafrica e Stati Uniti.
Savimbi è stato ucciso il 22 febbraio 2002 nel corso di un combattimento avvenuto a Lucusse, nella provincia orientale del Moxico. La sua morte favorì l’accordo di pace e il cessate il fuoco con l’Mpla dopo 27 anni di guerra e l’Unita si trasformò in partito politico. L’Mpla guida il Paese sin dall’indipendenza.