Diga sul Nilo Azzurro, vertice al Cairo

di Valentina Milani
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Ieri, lunedì 2 dicembre, i ministri dell’irrigazione dei tre principali Paesi del bacino del Nilo (Egitto, Etiopia e Sudan) hanno avviato al Cairo i negoziati sul progetto di megadiga dell’Etiopia che preoccupa l’Egitto.

Si tratta del secondo ciclo di colloqui tecnici sulla diga dopo la rottura che aveva spinto il Cairo a fare appello alla mediazione internazionale.  La Casa Bianca è intervenuta il mese scorso, ospitando i ministri degli Esteri dei tre Paesi protagonisti che, in quell’occasione, hanno accettato di portare avanti i colloqui.

Mesi di riunioni fino ad ora non sono comunque riusciti a far raggiungere un accordo sulle questioni più controverse della diga, come lo stabilire un calendario per il riempimento del serbatoio.

L’Egitto teme che il progetto da 5 miliardi di dollari dell’Etiopia, destinato a essere la più grande diga idraulica dell’Africa, possa ridurre la sua quota di acqua del Nilo, un’ancora di salvezza per i 100 milioni di persone egiziane. L’acqua del Nilo, con il limo cheesso  deposita nelle ondate di piena, costituiscono letteralmente l’agricoltura dell’Egitto. Allo stesso tempo l’Etiopia non può rinunciare alla diga, che sarà una fonte di energia e elettricità in un Paese che non ha ancora raggiunto l’autosufficienza alimentare.

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