Con la vittoria di Donald Trump, non tira una buona aria per gli africani negli Stati Uniti. Il neo Presidente Usa non ha mai negato la sua avversione per tutto ciò che viene dall’Africa. In questo c’era molta propaganda politica anti Obama (il cui padre era keniano), ma probabilmente c’era e c’è un fondo di pregiudizio tipico del personaggio e degli elettori che rappresenta.
«Gli africani – avrebbe detto in un discorso a Indianapolis nel 2015 che ha avuto grande eco sui media africani – sono pigri. Il meglio che sanno fare è girare senza far nulla, lamentandosi delle discriminazioni nei loro confronti. L’America non ha bisogno di queste persone. sono i nemici del progresso. Guardate i Paesi africani come il Kenya (ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale… ndr), i leader non fanno altro che rubare dalle casse pubbliche e portare le ricchezze guadagnate indebitamente all’estero. I Governi e le opposizioni si distinguono solo come cattivi esempi in qualsiasi analisi o studio. Quindi come fai a fidarti di coloro che chiedono rifugio negli Stati Uniti? Mi hanno detto che mi attaccano nei loro blog, ma non mi interessa. Internet è nostro e possiamo spegnerlo quando vogliamo».
«Dobbiamo cacciare gli africani. Non gli afroamericani, ma gli africani – avrebbe detto in un altro comizio -. Gli africani sono in ogni luogo. Sono a Houston e ci rubano il lavoro. Perché non se ne stanno nelle loro nazioni? Perché? Ve lo dico io perché: sono corrotti. I loro Governi sono così corrotti che rubano tutto ai loro concittadini e vengono qui a spenderlo. La loro gente fugge e viene qui a rubarci i posti di lavoro. Non possiamo permettere che questo avvengo ancora. Una volta Presidente, li rimanderò a casa».
Secondo Trump, la soluzione per risolvere i problemi dell’Africa sarebbe semplice: «La maggior parte di questi Paesi africani dovrebbero essere ricolonizzato per altri 100 anni». Il nuovo che avanza a volte fa paura.