“Le donne in Africa possono essere agenti del cambiamento quando vengono create le condizioni per un loro accesso all’istruzione di base, ma anche a una formazione che le prepari per affrontare gli effetti avversi del cambio climatico. Sono loro a patirne maggiormente gli effetti negativi”. Lo ha detto ieri all’Onu la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, inaugurando al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York la mostra “Women and Girls in Sub-Saharan Africa. Transforming Education for a Sustainable Future” che raccoglie scatti di Mohamed Keita, un giovane fotografo arrivato in Italia a 14 anni nel 2010 per fuggire dalla Costa d’Avorio in guerra. Lo riferisce Onu Italia News.
Organizzata a margine della 66ma edizione della Csw (Commissione sullo Status delle Donne), la maggiore piattaforma Onu per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, la mostra racconta in nove immagini le sfide e l’impegno che donne e ragazze nell’Africa subsahariana devono affrontare nella loro vita quotidiana. Keita, arrivato da solo in Italia, ha vissuto per dieci anni da rifugiato, all’inizio dormendo per strada in via Marsala, nei pressi della stazione Termini a Roma. Poi grazie ad un’associazione che si occupava di programmi di sostegno si è avvicinato alla fotografia e lentamente le cose hanno preso una nuova forma e oggi, tornato in Africa, ha aperto una scuola in Mali per aiutare ragazzi come lui a trovare la loro strada.
La mostra è co-organizzata dalla Missione permanente d’Italia all’Onu e dallo Universities Network for Children in Armed Conflict lanciato nel 2020 con il sostegno della Farnesina e che include oltre 50 Università e centri di ricerca in quattro continenti. A sostenere il progetto anche l’Istituto di Studi Politici S. Pio Quinto e L.A.W. International.
Sono intervenuti all’inaugurazione anche il Rappresentante Permanente d’Italia all’Onu, Ambasciatore Maurizio Massari, la Prof.ssa Laura Guercio in rappresentanza del Network, e la Assistant Secretary General per l’Africa, Martha Pobee. La mostra è collegata un side-event organizzato dall’Italia e previsto il 16 marzo a margine della Commissione sullo Status delle Donne che vedrà la partecipazione in collegamento della vice ministra degli Esteri Marina Sereni.
Il tema della Commissione mette in relazione le particolari vulnerabilità di genere alle conseguenze del cambiamento climatico. Secondo l’Onu, la diminuzione delle risorse e la siccità sono infatti ricollegati a migrazioni e sfollamenti, i cui effetti possono avere gravi conseguenze per le donne e le ragazze: maggiore violenza e aumentato rischio di matrimoni precoci e forzati a causa dell’impatto negativo del cambiamento climatico sull’economia.
“Con queste fotografie, lanciamo oggi un messaggio di speranza per le donne e ragazze africane, estendendo la sua valenza alle donne e ragazze di tutto il mondo, dall’Ucraina all’Afghanistan e ai numerosi altri teatri di crisi dove stanno lottando”, ha detto la Ministra Bonetti che oggi al Palazzo di Vetro ha incontrato la collega ucraina Kateryna Levchenko, a cui ha assicurato il sostegno dell’Italia: “Resteremo sempre al vostro fianco”.
Foto di apertura: Mohamed Keita