Due nuovi film mostrano l’Africa oltre i luoghi comuni

di claudia

a cura di Stefano Pancera

Due nuovi film sull’Africa realizzati da un produttore e regista italiano. La straordinaria bellezza e le ricche culture dell’Africa sono protagoniste di The Trackers e Discovery Tanzania, due nuovi film documentario diretti da Andrea Iervolino che segnano il debutto alla regia del produttore cinematografico italiano, appena usciti e disponibili sulle principali piattaforme di streaming.

Discovery Tanzania offre uno sguardo senza precedenti sulla Tanzania, esplorando la complessa relazione e i conflitti storici tra due delle sue più importanti tribù: i Maasai e i Tatoga. Il documentario conduce gli spettatori nei villaggi e nelle abitazioni di queste due comunità, rivelando le loro dinamiche e verità nascoste grazie ad interviste e confessioni spesso scomode.


The Trackers invece mostra il lato nascosto e spesso pericoloso della vita dei “trackers” — le guide safari specializzate nel localizzare e osservare la fauna più affascinante ma anche più pericolosa: leoni, bufali, rinoceronti, elefanti e iene.

Dopo aver prodotto centinaia di film che l’hanno portata a collaborare con attori come De Niro, Al Pacino, Johnny Depp, Banderas e tantissimi altri, perché ha sentito l’esigenza di passare dietro la macchina da presa e di parlare d’Africa?

La decisione di passare dietro la macchina da presa nasce dal desiderio di raccontare storie che sento profondamente mie. Dopo aver prodotto tanti film, ho avvertito la necessità di comunicare direttamente il mio punto di vista come narratore.

Cosa ne pensa dell’ottica occidentale di vedere l’Africa?

Credo che sia ora di superare i vecchi preconcetti e di aprirci a una visione più realistica e positiva. L’Africa non è solo un continente di sfide, ma anche un luogo pieno di energia, cultura e opportunità. La Tanzania, in particolare, è un esempio di come l’armonia tra tradizione e modernità possa insegnarci molto. Mi auguro che questo documentario contribuisca a cambiare la narrativa, mostrando un’Africa diversa: forte, innovativa e piena di speranza. Credo che i produttori americani siano sempre più interessati all’Africa, ma c’è ancora molto da fare per andare oltre i luoghi comuni. Il mio obiettivo è portare questa realtà sul grande schermo in modo autentico e positivo, sperando di ispirare anche i colleghi internazionali a guardare l’Africa con occhi nuovi.

Secondo lei, abbiamo da imparare o no dall’Africa?

Assolutamente sì. Ho imparato tanto: il valore della comunità, il rispetto per la natura e l’importanza di vivere il momento presente. Sono lezioni che possono arricchire profondamente il nostro modo di vivere in Occidente, dove spesso diamo priorità alla velocità e alla competizione. L’Africa ci invita a rallentare e a riflettere su ciò che è davvero importante.

Quali sono stati i momenti più emozionanti durante le riprese?

I momenti più emozionanti sono stati quelli di contatto umano: condividere una danza tradizionale, ascoltare le storie delle persone del posto, vivere una cerimonia sotto il cielo stellato. Ogni volta che c’era un sorriso o un gesto di accoglienza, mi sentivo profondamente connesso. Anche i paesaggi hanno giocato un ruolo fondamentale: vedere il sorgere del sole sul Serengeti o attraversare i villaggi immersi nella natura è qualcosa che porterò sempre con me. L’Africa è un continente immenso, pieno di storie che aspettano di essere scoperte. Ogni Paese ha una cultura unica, e vorrei continuare a collaborare con artisti locali per portare sullo schermo una visione autentica e positiva. Questo è solo l’inizio di un percorso che spero possa contribuire a valorizzare la straordinaria diversità del continente.

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