È morto Italo Vassallo, col fratello portò l’Etiopia ai vertici del calcio

di Enrico Casale
Italo e Luciano Vassallo

In un Paese, come l’Italia, che ha il culto del football e considera i calciatori come semidei, ci sono due campioni che sono stati dimenticati. Forse perché, nonostante nelle loro vene scorresse sangue italiano, hanno vinto con squadre straniere e una nazionale che non è quella azzurra. Forse perché, come diceva Indro Montanelli, l’Italia è un Paese senza memoria e guarda solo al presente. Eppure Luciano e Italo Vassallo sono stati due veri fuoriclasse dei loro tempi. E, allo stesso tempo, sono stati vittime di una storia più grande di loro. Le loro vicende emergono oggi, il giorno dopo la scomparsa (a 81 anni) di Italo.

Figli di un soldato italiano e di una ragazza eritrea, i due fratelli crescono ad Asmara dopo la guerra. A quei tempi in Eritrea si respira ancora un’aria coloniale. La comunità italiana è consistente e apprezzata. Invece non sono visti bene, né dagli italiani né dagli eritrei, i meticci, il frutto dell’unione tra italiani ed eritree. Emarginati e derisi da entrambe le comunità, spesso, come i fratelli Vassallo, vivono di stenti, arrangiandosi.

Luciano e Italo però hanno un talento che è apprezzato sia dagli eritrei sia dagli italiani. Sanno giocare a calcio. Anzi a calcio sono due veri e propri fenomeni. Si fanno strada nelle formazioni locali. La prima a credere in loro è la Stella Asmarina, un team formato da soli meticci. Poi il Cotton Fc, squadra legata al cotonificio di Dire Dawa. I loro piedi fanno la differenza non solo nei club in cui militano, ma anche in nazionale. L’Eritrea allora è stata assorbita, suo malgrado, dall’Etiopia. Così i due fratelli si trovano a indossare la casacca verde-gialla. Ma quella è una nazionale etiope sui generis perché nove degli undici giocatori sono appunto eritrei. Una formazione fortissima tanto che, nel 1962, vince la Coppa d’Africa, ospitata proprio dall’Etiopia. A entrare nella storia è la foto in cui il negus Hailè Selassiè consegna il trofeo a Luciano Vassallo.

La caduta della monarchia e l’avvento del regime comunista di Menghistu Hailè Mariam è una nuova svolta per i due fratelli. Nuovamente emarginati, Luciano si rifugia in Italia, Italo in Eritrea. Si rivedranno solo nel 2000.

Ieri la triste notizia che Italo è morto. Il suo mito e quello del fratello sono ancora vivi in Eritrea. In Italia, al contrario, il loro ricordo è quasi svanito.

(Enrico Casale)

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