Forse al grande pubblico italiano il nome di Richard Pankhurst non dirà molto. Ma per gli appassionati di Africa e, in particolare, dell’Etiopia, il professor Pankhurst, morto ieri, 16 febbraio, all’età di 90 anni, è una leggenda. E lo è stato per la stessa Etiopia che ieri sera lo ha salutato con una dichiarazione ufficiale del Governo come «un decano degli storici e studiosi d’Etiopia»,«uno dei più grandi amici di Etiopia durante la sua lunga e produttiva la vita», «i suoi studi e la sua comprensione per l’Etiopia ci mancherà molto».
Inglese, la sua passione per l’Etiopia nasce presto. Figlio dell’anarchico italiano Silvio Corio e della suffragetta comunista Sylvia Pankhurst, si trova fin da bambino in un ambiente politicamente molto attivo. La mamma è un’appassionata della cultura etiope e, dopo l’invasione italiana nel 1935, sostiene apertamente la causa dell’indipendenza dell’Etiopia. Richard cresce così conoscendo molti rifugiati etiopi. La mamma è amica di Hailé Selassié. E proprio con la madre, Richard si trasferisce nel 1956.
Da allora, dedica tutta la sua vita agli studi etiopici. Su questo tema scrive più di 20 libri ai quali si aggiungono molti articoli, analisi su diversi aspetti della storia, della cultura e dell’economia etiopici. Le conoscenze, la fama e la profondità dei suoi studi gli aprono le porte dell’Università di Addis Abeba (nota col nome della University College di Addis Abeba) dove insegna per anni.
Con la morte del Negus e l’avvento al potere del Derg, Pankhurst lascia la cattedra all’Università di Addis Abeba nel 1976 e torna in Inghilterra, dove diventa, prima, ricercatore nella Scuola di studi orientali e africani della London School of Economics e, poi, bibliotecario della Royal Asiatic Society.
Il suo amore per l’Etiopia non svanisce. Continua a studiarla e nel 1986, dopo un decennio di assenza, ci torna. Proprio in quel periodo, Pankhurst si mette alla guida della campagna per il ritorno in Etiopia dell’obelisco di Axum, che il regime fascista aveva portato in Italia. Una campagna che avrà successo, tanto che l’obelisco verrà riportato in Etiopia e sarà nuovamente eretto ad Axum nel 2008. Per il suo impegno e per i suoi studi ha ricevuto numerosi premi tra i quali il più prestigioso riconoscimento etiope che gli è stato consegnato direttamente dalle mani del Presidente Mulatu Teshome.