E se gli altri foste voi?

di claudia

di Stefania Ragusa

A rileggere a distanza di vent’anni questo libro di Geneviève Makaping, un po’ saggio e un po’ diario e appena ristampato, si resta colpiti dalla sua modernità. Vi si trovano infatti una serie di riferimenti teorici – per esempio l’intersezionalità e la riflessione sul linguaggio – di cui evidentemente l’autrice disponeva ben prima che essi diventassero “di tendenza”. I meriti del testo non si limitano però ad avere anticipato la discussione. Riguardano piuttosto il fatto di averla sviluppata tenendo conto del contesto di riferimento (l’Europa, l’Italia e in particolare la Calabria a cui Makaping è giunta passando attraverso varie vicende personali) e delle sue specificità, laddove altri si sono limitati a un copia e incolla concettuale mutuato dall’attivismo afroamericano.

Non solo: l’autrice ricorre all’aneddotica e attinge alla sua vita in modo franco e diretto, ma sempre con un pizzico di relativismo e senza smarrire lo spirito obiettivo da ricercatrice. Makaping d’altra parte è un’antropologa oltre che una giornalista (è stata, per chi non lo sapesse, la prima donna nera a dirigere una testata in Italia) e il suo sguardo, anche quando è rivolto a sé stessa, mantiene una lucidità professionale. In questo modo, come ha scritto Laura Balbo nella prefazione alla prima edizione del 2001 e come ricorda Simone Brioni, curatore di questa edizione, «ci fa imparare a disimparare l’etnocentrismo», dovunque esso si annidi. È un grosso risultato.

Geneviéve Makaping, Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi?, Rubbettino, 2022, pp. 180, €16.

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