Il bilancio delle vittime dell’epidemia di ebola nella Repubblica democratica del Congo è salito a oltre 1000, secondo quanto reso moto ministero della Sanità congolese. L’epidemia è iniziata nell’agosto scorso e, in base ai dati ufficiali resi noti venerdì, ha provocato 1008 vittime e 1510 casi di contagio segnalati.
Michael Ryan, il vicedirettore dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha detto che sfiducia e violenza stanno ostacolando gli sforzi per affrontare la malattia mentre si sta diffondendo nella parte orientale del Paese. Quella delle zone colpite dal virus è una vera emergenza umanitaria “silenziosa” che tocca vari fronti.
Da gennaio, sono stati registrati 119 attacchi ai centri medici e al personale, ha riferito Ryan durante una conferenza stampa a Ginevra. Gli operatori sanitari sul luogo hanno molti vaccini e più di 100mila persone hanno già ricevuto la cura. Ma la continua violenza nell’Est del Paese dove sono presenti le milizie nonché la sfiducia nei confronti dei medici ostacolano l’operato degli operatori sanitari, ha spiegato il Ryan. «Affrontiamo ancora importanti problemi di accettazione e fiducia della comunità», ha affermato.
Quella che è la decima epidemia di ebola registrata in territorio congolese da quando il virus è stato scoperto proprio qui, nel 1979, è la più grave mai registrata dopo quella che nel 2014 esplose in Africa occidentale causando più di 10.000 vittime in Guinea, Liberia e Sierra Leone.