di Claudia Volonterio
Sono tante le discipline sportive in cui l’Africa gareggia nelle competizioni internazionali, come calcio, rugby, atletica, cricket, ciclismo, basket. Ce ne sono però diverse che non rientrano nei circuiti classici, ma altrettanto entusiasmanti, legate alla storia, ai riti e alle tradizioni che meriterebbero di trovare il loro posto nelle competizioni più importanti.
Il continente africano, ricco di storia e tradizioni, è patria di alcuni degli sport più antichi del mondo, tanti quanti sono i Paesi, che hanno però oggi meno attenzione rispetto a quelli selezionati nei giochi olimpici o in generale nelle competizioni internazionali.
Partendo dal Kenya, non si può non citare la “corsa degli asini“, popolarissima sull’isola di Lamu. Si tratta di un evento annuale che attira folle di visitatori che non vedono l’ora di vedere dei fantini gareggiare nella corsa con gli asini, rigorosamente senza sella. Si tratta di una disciplina antichissima, addirittura secolare, che resiste ancora oggi.
Spostandoci in Sudafrica troviamo il cosiddetto Nguni “combattimento con il bastone”: si tratta di un’arte marziale tra i preferiti dei giovani pastori Nguni del Sudafrica. Come riporta Okay Africa, si tratta nello specifico di una battaglia con il bastone che può durare fino a cinque ore. Gli avversari si alternano giocando in attacco e in difesa, segnando punti in base alla parte del corpo colpita. Uno sport che può avere dei risvolti drammatici, basti pensare infatti che alcuni concorrenti sono morti. Per questo motivo è tato bandito in alcune parti del Paese, ma in alcune township viene ancora praticato.
Un altro sport che ha un interessante legame con uno degli sport più popolari al mondo, il baseball, è il tradizionale Ta kurt om el mahag. Nato molto tempo prima, questa disciplina denota ha una sorprendente somiglianza con il baseball e viene da secoli praticata tra gli uomini dei gruppi berberi nel deserto libico. Alcune fonti sostengono che siano stati proprio i berberi ad aver portato il gioco in Europa durante l’età della pietra.
In Etiopia celebre è il tradizionale Donga, praticato in particolare dai Suri della Valle dell’Omo, al centro del quale c’è il combattimento con il bastone. Donga, si legge sul sito traditionalsports.org, è sia il nome dello sport che del bastone, mentre sagenai è il nome della sessione di combattimento con il bastone. Il combattimento con il bastone è centrale nella cultura Suri. Nella maggior parte dei casi, il combattimento con il bastone è un modo per i guerrieri di trovare delle compagne, ma può anche essere un modo per risolvere i conflitti. In questa occasione gli uomini mostrano alle giovani donne il loro coraggio, la loro virilità e la loro resistenza al dolore. I combattimenti si svolgono tra i villaggi Suri e iniziano con 20-30 persone per parte e possono finire con centinaia di guerrieri coinvolti.
Da citare sono anche le numerose lotte tradizionali: tra le più conosciute c’è la Laamb del Senegal, tra le più antiche e strutturate. Una disciplina che travalica lo sport, abbracciando quelle del rito e dello spettacolo. I lottatori sono infatti accompagnati dai griot e dal suono dei tamburi, accolti dalla folla in visibilio. Ma i nomi e le tradizioni legate alla lotta tradizionale sono davvero molti: Boreh in Gambia, Evala a Togo, Tigel in Etiopia, Grech in Tunisia. Un turbinio di tradizioni, storie, fatiche e competizioni che avremo modo di approfondire.