Gli egiziani piangono la morte di Mohammed Mashal, noto nel Paese (ma anche fuori dai confini) come «il dottore dei poveri». È morto a casa a causa di un problema con la circolazione sanguigna, riferisce Sky News Arabia.
Era nato 76 anni fa nel villaggio egiziano di Dhahr Al Temsah, prima di trasferirsi insieme al padre insegnante nel governatorato di Gharbia, a nord del Cairo. Laureato in Medicina nel 1967, specializzato in Pediatria, nel 1975 Mashally ha aperto le porte della sua clinica privata ai poveri di tutta la regione, curando a meno di un dollaro (o spesso anche gratis) decine di migliaia di bambini che altrimenti non avrebbero avuto accesso alle più elementari cure mediche. Ad alcuni di loro ha anche acquistato a sue spese le medicine. Per quasi mezzo secolo è andato avanti a lavorare dieci ore al giorno, senza macchina né telefono cellulare, in stato di semi-povertà, spostandosi a piedi tra la casa e la clinica.
Un giorno un ricco sceicco arabo, venuto a conoscenza della sua storia, gli offrí una ricca donazione e una macchina. Accettò solo i soldi, che spese interamente per acquistare materiali e strumenti medici per i suoi pazienti. Nonostante fosse da tempo in pensione, non ha mai smesso di mettere a disposizione le sue conoscenze in favore degli ultimi, di qualunque etnia o religione. Fino all’ultimo giorno.
Molti i messaggi a lui indirizzati attraverso i social media – non solo in Egitto ma in tutto il mondo. Si celebra la vita di un uomo visto come simbolo di integrità e altruismo in un momento in cui i suoi colleghi operatori sanitari si battono contro il coronavirus.