Il ministro egiziano delle Antichità, Khaled El-Anany, inaugurerà oggi ad Alessandria la sinagoga Eliyahu Hanavi dopo i massicci lavori di restauro effettuati negli ultimi due anni grazie alla collaborazione tra la comunità ebraica e le autorità statali. «Il restauro della sinagoga è importante sotto più aspetti – ha dichiarato al quotidiano Al Ahram una portavoce del ministero –. Anzitutto mette in evidenza come le antichità ebraiche facciano parte integrante del patrimonio egiziano, non diversamente dalle piramidi o dalle tombe dei faraoni. Il ministero delle Antichità ha registrato tra i beni da tutelare undici case di culto ebraiche: nove al Cairo e due ad Alessandria. In secondo luogo, rappresenta un passo avanti verso il dialogo interreligioso in Egitto. Importante in un contesto di tensioni che fanno delle diverse fedi non strumenti di elevazione spirituale ma mezzi di odio e contrapposizione».
Eliyahu Hanavi è stata costruita nel 1850, dopo che l’edificio originale, risalente al 1300, era stato gravemente danneggiato durante l’invasione francese dell’Egitto. Può ospitare fino a 700 fedeli ed è la più grande delle due sinagoghe rimaste in città. I lavori di ristrutturazione si sono concentrati sul rafforzamento strutturale dell’edificio, sul restauro della sua facciata principale, delle pareti e degli oggetti in ottone e in legno. Sono anche stati rafforzati i sistemi di sicurezza e di illuminazione.
La comunità ebraica egiziana, un tempo fiorente, si è ridotta di molto dopo la nascita dello Stato di Israele. Oggi conta su circa un centinaio di membri divisi tra Alessandria e Il Cairo. I luoghi ebraici, che sono controllati a vista dalle forze dell’ordine, sono finiti alcuni anni fa sotto attacco di gruppi salafiti.