L’arabo antico per aggirare la censura sui social network. È la soluzione trovata da una serie di utenti egiziani che si erano visti bloccare i post sulla recente crisi israelopalestinese.
Secondo quanto riporta il sito al-Monitor, molti attivisti che avevano criticato gli sgomberi nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme e i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza hanno visto i loro post rimossi. Alcuni utenti sono stati banditi dalla pubblicazione per 24 o 48 ore. Altri hanno addirittura visto sospesi i loro account.
Per aggirare gli algoritmi, hanno così iniziato a utilizzare parole in arabo arcaico che non sono riconosciute dai social, ma possono essere lette dai normali traduttori online.
Fady Ramzy, consulente di e-marketing e docente di media digitali presso l’Università americana del Cairo, ha detto ad al-Monitor che “questi trucchi hanno rapidamente guadagnato popolarità tra gli attivisti dei social media, specialmente in Egitto. Gli attivisti hanno anche iniziato a lasciare spazi tra le lettere in una singola parola o a separare le lettere con simboli stranieri o altre lettere”.
Secondo Ramzy però se finora gli algoritmi di Facebook e Instagram “non se ne sono accorti, penso che questa situazione durerà poco. La censura algoritmica scoprirà presto questi trucchi”