SI inasprisce la repressione in Egitto. Nell’ultima settimana, più di duemila persone sono state fermate. Tra esse uno dei principali attivisti della Primavera araba, Alaa Abdel Fattah. In libertà vigilata dopo aver scontato in carcere una condanna a 5 anni, è stato arrestato questa mattina, secondo quanto riferito dalla sua famiglia.
Il regime giudiziario a cui era finora sottoposto Fattah – precisano parenti e amici sui social network – lo obbligava a trascorrere la notte, dalle 18 alle 6 del mattino, in una stazione di polizia, quella di Doki, a Giza, poi era libero di andare a casa. Ma oggi non lo avrebbero lasciato uscire. Fattah, attivista e blogger, era stato arrestato la prima volta nel 2013 per protesta illegale ad una manifestazione contro una legge che limita il diritto di manifestare. Condannato a 5 anni di carcere, ne era uscito nel 2017, restando sottoposto a controllo giudiziario.
Timori per la sorte dell’attivista Fattah sono stati espressi sui social dai familiari e da varie organizzazioni per i diritti umani. In particolare dalla sorella Mona Seif che ha twittato: «@alaa è stato rapito dalla stazione di polizia di Dokki. Ci è stato detto che è nelle mani dei servizi di sicurezza. Non sappiamo dove si trovi, non conosciamo le accuse, non sappiamo se sta bene o se sta subendo maltrattamenti. Non sappiamo nulla se non che siamo di nuovo a dire #freeAlaa».
Secondo il Centro egiziano per i diritti economici e sociali, una ong locale, nel Paese tra venerdì 20 settembre a sabato 28 sono state arrestate 2.231 persone. Altre 1.198 persone sono state interrogate, mentre non vi sono informazioni ufficiali su altri 1.024.
In un aggiornamento ormai giornaliero sulla stretta operata dal governo egiziano a seguito di proteste di piazza, l’organizzazione precisa su facebook che solo per 181 degli arrestati sono state formulate delle accuse.