Il ministero degli Esteri egiziano ha presentato una terza denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per esprimere il categorico rifiuto dell’Egitto per il continuo riempimento unilaterale del lago della diga sul Nilo da parte dell’Etiopia senza previo accordo con Egitto e Sudan, che è una violazione dell’accordo sulla Dichiarazione dei principi del 2015 e una chiara violazione accordi internazionali.
La protesta dell’Egitto risponde a una lettera dall’Etiopia del 26 luglio in cui si denuncia che Addis Abeba avrebbe continuato con la terza fase di riempimento del bacino idrico della Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd) durante l’attuale stagione delle inondazioni, una notifica pervenuta più di due settimane dopo l’inizio effettivo del riempimento (11 luglio), a differenza di quanto affermato lo scorso maggio dai funzionari etiopi, secondo i quali il riempimento sarebbe avvenuto in agosto e settembre.
Nella missiva inviata al Consiglio di sicurezza dell’Onu, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, secondo il quale la decisione dell’Etiopia “aumenta la tensione e rappresenta un violazione di accordi precedenti”, descrive gli atti come una violazione dell’accordo sulla Dichiarazione di Principi del 2015, della dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza rilasciata nel 2021, delle raccomandazioni dei vertici tenuti sotto gli auspici dell’Unione africana (Ua) nel 2020 e delle regole del diritto internazionale che obbligano l’Etiopia, in quanto paese a monte, a non ledere i diritti dei paesi a valle
Il ministro degli Esteri egiziano sottolinea che mentre l’Egitto aderisce alla necessità di raggiungere un accordo sul Gerd che soddisfi gli interessi comuni dei tre paesi, lo Stato egiziano non tollererà alcuna violazione dei suoi diritti o della sicurezza idrica o qualsiasi minaccia alle capacità di il popolo egiziano, per il quale il fiume Nilo è l’unica ancora di salvezza. Il ministero aggiunge che l’Etiopia ha la piena responsabilità per qualsiasi danno significativo agli interessi egiziani che potrebbe derivare dalla violazione da parte dell’Etiopia dei suoi obblighi a cui si fa riferimento.
Il ministro degli Esteri invita infine il Consiglio di sicurezza ad assumersi le proprie responsabilità al riguardo, anche intervenendo per garantire l’attuazione della dichiarazione presidenziale rilasciata dal consiglio, che obbliga i tre Paesi a negoziare quanto prima un accordo sul Gerd. L’ Egitto si riserva inoltre il diritto legittimo, garantito dalla Carta delle Nazioni Unite, di adottare tutte le misure necessarie per garantire e proteggere la propria sicurezza nazionale, anche contro eventuali rischi che potrebbero essere causati in futuro da misure unilaterali etiopi.
Oggi prende inoltre fine la visita dell’inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa, Mike Hammer, iniziata lo scorso mercoledì in Egitto, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia per raggiungere una soluzione diplomatica alle questioni relative al Gerd, nell’interesse di tutte le parti.