La grave situazione in Egitto per i diritti umani torna a far parlar di sè, dopo il decesso avvenuto ieri 14 luglio per Coronavirus di Mohamed Monir, giornalista di 65 anni in attesa di processo. Monir, accusato di diffusione di notizie false e di far parte di gruppi terroristici, era stato arrestato a metà giugno.
Oltre che lavorare per la stampa locale, il giornalista era intervenuto alla televisione del Qatar di Al -Jazeera di cui il governo egiziano ha vietato le trasmissioni. L’emittente di Al Jazeera era stata tra l’altro chiusa nel 2013 dopo la deposizione del presidente islamista Mohamed Morsi dalle autorità egiziane: in quell’occasione, molti giornalisti erano stati arrestati.
Con 83.930 casi di Covid-19 (e più di 4000 decessi), l’Egitto si attesta il primato di detenere in questo momento il maggior numero di contagiati nel continente africano e di essere il secondo, subito dopo il Qatar, nel mondo arabo.
Morto in ospedale, Monir era rinchiuso nella prigione di Tora, la stessa in cui è detenuto Patrick Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, accusato di propaganda sovversiva. La notizia della morte del giornalista ha destato preoccupazione presso Amnesty International Italia, che aveva già espresso la sua indignazione alla notizia il 13 luglio scorso del rinnovo della detenzione di Zaky per altri 45 giorni.