La magistratura egiziana ha presentato ulteriori accuse contro due giornalisti in carcere dell’autunno dello scorso anno. La denuncia arriva dalla Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ), secondo cui la giornalista e attivista Esraa Abdel-Fattah, già in carcere dal 12 ottobre scorso, è stata accusata di aver diffuso disinformazione. Anche il cronista Solafa Magdy, arrestato il 27 novembre 2019, è imputato per le stesse accuse. La Federazione ha condannato la decisione come «un inquietante tentativo di prolungare la loro detenzione». Esraa Abdel-Fattah, che lavora per il quotidiano al-Tahrir ed è nota per la sua difesa dei diritti umani, è detenuta da quasi un anno senza essere stata ancora condannata per alcun reato. Co-fondatrice del Movimento 6 aprile nel 2008, la giornalista è stata tra i maggiori sostenitori delle proteste di piazza del 2011 che portarono alle dimissioni dell’allora presidente Hosni Mubarak.
In qualità di reporter, Solafa Magdy ha seguito i cambiamenti politici e sociali in Egitto negli ultimi anni con vari reportage pubblicati su quotidiani e portali nazionali e internazionali come TRT World, Mada Masr e BBC Egypt. Secondo l’avvocato di Magdy, Khaled Ali, il nuovo caso si basa sull’accusa di «appartenenza a un gruppo terroristico, pubblicazione di notizie false e uso improprio dei social media». La procura accusa i giornalisti di far parte di una rete che opera all’interno e all’esterno del carcere diffondendo voci false. Secondo la Arabic Network for Human Rights Informations (ANHRI), la Procura suprema per la sicurezza dello Stato ha stabilito che i 2 giornalisti rimarranno in custodia cautelare per altri 15 giorni, alla scadenza dei precedenti periodi stabiliti di custodia cautelare.
Diversi giornalisti sono detenuti in Egitto da anni senza essere stati condannati per alcun crimine. Sia l’arresto di Abdel-Fattah che quello di Magdy sono stati effettuati in un momento di forte repressione della libertà di stampa in Egitto dopo che nel settembre 2019 migliaia di persone erano scese in piazza per protestare contro la presunta corruzione del governo, del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e dei militari.