L’Egitto ha dichiarato in via preventiva lo stato di emergenza idrica, a causa di un calo del flusso d’acqua nel Paese a partire dall’anno scorso. Lo riporta Agenzia Nova, di base a Washington, sottolineando che la decisione arriva nonostante il Paese si avvicini alla stagione delle inondazioni.
Tuttavia, gli esperti idrici, come riporta il quotidiano online al Monitor, affermano che il Paese è in buone condizioni grazie alle sue riserve e alle misure di conservazione dell’acqua adottate. «Il lavoro dell’ingegnere idraulico in Egitto è cambiato», ha detto Mohammed al-Sibai, portavoce del ministero delle Risorse idriche e dell’irrigazione. «Non gestiamo più inondazioni d’acqua, quanto piuttosto una scarsità d’acqua costante e facciamo piani precisi per affrontarla, in modo da non danneggiare gli interessi del Paese né le esigenze dei cittadini».
Il 27 luglio scorso il ministero presieduto da al-Sibai ha riferito che il flusso totale annuo del fiume Nilo è sceso di 5 miliardi di metri cubi rispetto all’anno precedente, a causa della diminuzione delle acque alluvionali dall’altopiano etiope e dai laghi equatoriali.
L’approvvigionamento idrico è una questione cruciale per la sicurezza dell’Egitto. Si inserisce in questo contesto il progetto della Grande diga della rinascita (Gerd), in arabo “al-Nahda”. Si tratta di un’infrastruttura lunga 1.800 metri, alta 170, che avrà un volume complessivo di 10 milioni di metri cubi d’acqua.
Il progetto, che punta a sopperire alle esigenze idriche del Paese arabo, è affidato alla ditta italiana Salini, ma esige una delicata concertazione diplomatica con i governi di Sudan ed Etiopia.