L’Egitto sta valutando la possibilità di sostituire il popolare sussidio per il pane con pagamenti in contanti ai più poveri, un’iniziativa che intende proteggere il bilancio pubblico dall’impennata dei prezzi globali del grano. Tuttavia la forte inflazione interna e alcune proteste organizzate nelle ultime settimane da chi riceve i sussidi potrebbero convincere il governo del Cairo ad optare per una riforma meno ambiziosa. Lo riporta la Reuters.
Secondo il programma di sussidi attuale più di 60 milioni di egiziani, ovvero quasi due terzi della popolazione, ricevono 5 pagnotte di pane tondo al giorno per 50 centesimi al mese: di fatto quindi poco è cambiato dagli anni Settanta, quando le “rivolte del pane” in tutto il paese impedirono un aumento dei prezzi.
Il sussidio è un’ancora di salvezza per i poveri, ma anche ampiamente criticato come “uno spreco”. Gli alti prezzi globali del grano, che l’Egitto importa quasi per l’intero fabbisogno interno, ha portato il presidente Abdel Fattah al-Sisi a esporsi, lo scorso anno, su una possibile revisione dei sussidi. Ali Moselhy, il ministro responsabile dei sussidi per il pane, ha dichiarato alla Reuters che l’inflazione, salita negli ultimi mesi al 6%, dal 4% di inizio 2021, ha reso più difficile sostituire il sostegno per pane e altri generi alimentari con pagamenti in contanti.
Gli egiziani idonei ricevono già un buono mensile del valore equivalente di 3,20 dollari per altri alimenti sovvenzionati.
Tuttavia Moselhy ha detto alla Reuters che l’ipotesi di introdurre pagamenti in contanti, favorita da molti economisti come il sistema di welfare più efficiente, rischia in questo momento di far salire eccessivamente i prezzi a causa della messa in circolazione più denaro contante in un momento di aumento dell’inflazione