I cristiani copti sono finiti ancora una volta nel mirino delle autorità egiziane. Giovedì, un tribunale egiziano ha condannato tre adolescenti cristiani minorenni per «aver insultato l’Islam». La pena è severa: cinque anni di carcere. Un quarto imputato di 15 anni, è stato inviato a un centro di detenzione minorile dal tribunale di Beni Mazar nella provincia centrale di Minya. L’insegnante degli studenti è stato condannato a tre anni di prigione in un processo separato.
Secondo l’accusa, i ragazzi avrebbero girato un video nel quale avrebbero rappresentato in modo beffardo la preghiera musulmana. Secondo l’avvocato della difesa, i giovani avrebbero solo riprodotto una decapitazione del gruppo jihadista Stato islamico.
Il magistrato non ha però voluto sentire ragioni e ha condannato i tre ragazzi. Anche se si tratta della sentenza di primo grado e la difesa ha annunciato l’intenzione di impugnarla per ottenere una sospensione delle accuse.
Il video era stato pubblicato online lo scorso aprile, poco dopo che i miliziani dell’Isis avevano decapitato decine di cristiani egiziani in Libia. Nelle sequenze incriminate si vede uno degli insegnanti e uno degli adolescenti in ginocchio mentre mimano una preghiera musulmana, mentre gli altri sono loro intorno. Uno di loro poi fa il pollice verso, ordinando la decapitazione.
La Commissione egiziana per i diritti e le libertà ha accusato la polizia di «maltrattamenti» nei confronti dei giovani. E ha inoltre affermato che i ragazzi hanno trascorso 45 giorni dietro le sbarre prima di essere rilasciati su cauzione in attesa del processo.
Condanne per vilipendio della religione sono relativamente comuni in Egitto. Tra il 2011 e il 2013, 27 su 42 imputati sono stati condannati per reati legati alla sfera religiosa.
