Egitto – Un’altra stretta sui social media

di Enrico Casale
social network in africa

Il parlamento egiziano ha approvato una stretta sui social media. Una nuova legge prevede che gli account che hanno più di 5.000 followers siano regolati dalle norme (restrittive) sulla stampa. Le autorità hanno anche il potere di bloccare i siti Web e presentare denunce penali contro piattaforme e individui accusati di reati come «incitamento alla violazione delle leggi» e «diffamazione contro individui e religioni».

All’inizio di questo mese, Najia Bounaim di Amnesty International ha avvertito che la legge di fatto legalizza «la censura di massa» e intensifica «l’assalto al diritto alla libertà di espressione in Egitto», che è già uno degli Stati più oppressivi del mondo per i media e il giornalismo.

Le leggi approvate nel 2015 rendono già un crimine pubblicare o promuovere notizie sul terrorismo che contraddicano le dichiarazioni ufficiali. Nell’estate scorsa, il governo ha anche bloccato centinaia di siti Web, compresi quelli di agenzie di stampa, organizzazioni non governative e gruppi per i diritti umani.

Reporter senza frontiere classifica l’Egitto 161 su 180 paesi in tutto il mondo per la libertà di stampa, descrivendolo come «una delle più grandi prigioni del mondo per i giornalisti».

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