Il Presidente egiziano Abdel-Fattah El-Sisi ha dichiarato lo stato di emergenza dopo gli attacchi contro le chiese copte egiziane di ieri, 9 aprile. Il primo attacco al mattino. Una bomba è esplosa all’interno della chiesa Mar Girgis nella città di Tanta mentre si stava celebrando la Domencia delle Palme. Sono morte almeno 27 persone e sono rimaste ferite altre 78. Poche ore dopo, ad Alessandria, 18 civili e quattro poliziotti sono stati uccisi da un attentatore suicida che si è fatto esplodere fuori dalla cattedrale di San Marco dove Tawadros II, il Papa della Chiesa copta, stava celebrando la Messa. «Il Papa è al sicuro e non è stato ferito durante l’attacco», hanno precisato fonti del ministero dell’Interno egiziano.
Nel pomeriggio, al Sisi ha convocato una riunione del Consiglio di Difesa Nazionale. Al termine, in un breve discorso televisivo, il Presidente ha detto che imporrà lo stato di emergenza a livello nazionale per tre mesi.
Questi attacchi non sono i primi a colpire la Chiesa copta. L’11 dicembre 2016, un attentatore suicida si è fatto esplodere nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nel centro del Cairo durante una messa, causando 29 morti e più di 40 feriti. Lo Stato islamico aveva rivendicato la responsabilità dell’attacco. Anche questa volta è stato la cellula egiziana dello Stato islamica a rivendicare entrambi gli attacchi.
(10/04/2017 Fonte: Al Ahram)