Eletti i nuovi vertici dell’Unione Africana

di claudia
UA

È stato un voto pieno di suspense e fino alla fine quello che sabato sera ha portato all’elezione di Mahamoud Ali Youssouf, 59enne attuale ministro degli Esteri del Gibuti, come nuovo Presidente della Commissione dell’Unione Africana (Ua). Il diplomatico di lungo corso, che lavora nella diplomazia di alto livello da oltre vent’anni, è stato nominato al settimo turno con 33 voti su 49 e succederà al ciadiano Moussa Faki Mahamat, il cui secondo mandato alla guida dell’organizzazione terminerà il 15 marzo.

Come era previsto, la competizione è stata molto combattuta sin dalla campagna elettorale iniziata mesi fa. Assieme a Youssouf erano in lizza anche il peso massimo della politica keniana Raila Odinga e l’economista ed ex ministro degli esteri malgascio Richard Randriamandrato.

Youssouf ricoprirà questa importante carica in un momento cruciale per l’organizzazione continentale, sullo sfondo di conflitti regionali, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) con la crisi in corso nel Nord Est del Paese che coinvolge il vicino Ruanda e la devastante guerra civile in Sudan.

Moussa Faki Mahamat ha svolto due mandati caratterizzati da luci e ombre. Ci sono stati grandi successi, come l’ammissione dell’Ua come membro del G20 e il rafforzamento dei partenariati dell’Ua con le Nazioni Unite e l’Unione Europea. Tra le cose positive anche l’attuazione dell’accordo sulla zona di libero scambio africana concluso nel 2018. Eppure non sono mancati anche gli insuccessi: non è riuscito a far avanzare la riforma dell’Ua avviata con la presidenza di turno del ruandese Paul Kagame; non è riuscito a imporre la sua leadership per risolvere il conflitto civile in Sudan quando era ancora possibile, portando all’attenzione delle potenze mondiali i rischi che rappresentava questa crisi. Tuttavia il fallimento è collettivo in seno all’istituzione e non può essergli totalmente ascritto. 

João Lourenço

João Lourenço nuovo presidente di turno dell’Unione Africana

Il presidente angolano João Lourenço ha assunto la presidenza di turno dell’Unione Africana (UA) sabato scorso durante l’apertura del 38° Summit dell’UA nella capitale etiope Addis Abeba.

Lourenço va a sostituire il capo di stato mauritano Mohamed Ould Cheikh Ghazouani, il quale non ha inciso molto a livello diplomatico, secondo molti analisti. Questa prestigiosa responsabilità è una prima assoluta per l’Angola ed è un’opportunità di brillare che sembra giungere al momento giusto.

I suoi rapporti con numerose potenze straniere, come gli Stati Uniti, la Cina, l’India e l’Unione Europea, gli consentono di affermarsi come leader orientato al multilateralismo il che potrebbe dimostrarsi un vantaggio determinante nel contesto attuale.

“La mia visione, su ciò che è essenziale per il futuro, è quella di porre fine ai conflitti in Africa, di affrontare le sfide dei cambi di governo incostituzionali, del terrorismo e di altre sfide legate ai disastri naturali derivanti dal cambiamento climatico, così come alle malattie e alle minacce alla salute pubblica. Tutto ciò ci richiede di unire i nostri sforzi per trovare soluzioni collettive”, ha affermato di fronte ai vertici africani.

L’obiettivo numero uno per il leader angolano è infatti la risoluzione del conflitto in corso nel nord-est della Repubblica democratica del Congo che vede coinvolto il gruppo ribelle M23 supportato dal Rwanda del presidente Paul Kagame.

Proprio Lourenço si è occupato molto di questa crisi dal 2022 quando venne nominato mediatore di questa crisi proprio dall’UA. Avendo buoni rapporti sia con Kagame che con il presidente congolese Félix Tshisekedi, il capo di Stato angolano ha tenuto numerosi incontri e negoziati nell’ambito del “processo di Luanda”, ed è stato l’unico a ottenere risultati con un cessate il fuoco firmato nell’agosto 2024. Anche se questo accordo è poi saltato lo scorso gennaio con la presa di Goma a fine gennaio da parte dell’M23 e dei suoi alleati ruandesi, Lourenço diviene ancor più una pedina imprescindibile per l’UA nella risoluzione di questa crisi.

Condividi

Altre letture correlate: