Le elezioni presidenziali in Algeria si terranno il prossimo 4 luglio. Il presidente a interim, Abdelkader Bensalah, ieri sera ha firmato un decreto in questo senso, secondo quanto riferisce una nota della presidenza ripresa dai media. Lo steso Bensalah è entrato nel mirino delle proteste degli studenti, che si sono riuniti anche ieri per le strade della capitale Algeri.
Le manifestazioni erano iniziate il 20 febbraio, quando l’allora presidente Abdelaziz Bouteflika annunciò che si sarebbe candidato per un quinto mandato. Sebbene quest’ultimo abbia rinunciato e si sia dimesso una settimana fa, i manifestanti continuano a protestare perché vogliono che sia tutta la classe dirigente che controlla il Paese da decenni a lasciare il potere e non vogliono che qualcuno di questo gruppo di persone abbia il potere di organizzare le prossime elezioni.
La società civile infatti protesta contro la nomina di Bensalah per il periodo di transizione, considerato uno stretto alleato dell’ex presidente Abdelaziz Bouteflika ed un puro prodotto del regime. Uomo discreto ma sempre disponibile nel momento del bisogno, ha una lunga carriera politica, sia nella diplomazia che nell’apparato legislativo. Prima di essere nominato presidente ad interim dopo le dimissioni di Bouteflika, ha occupato la poltrona di presidente del Senato per 17 anni.
Fino ad ora le manifestazioni si sono svolte pacificamente, ma negli ultimi giorni ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine che due giorni fa hanno utilizzato anche gli idranti per disperdere la folla ad Algeri.
“Siamo obbligati a competere, cittadini, classe politica e istituzioni statali, al fine di soddisfare le condizioni, tutte le condizioni, di elezione presidenziali trasparenti e regolari, di cui saremo tutti i garanti, un voto che permetterà al nostro popolo di esercitare la sua scelta libera e sovrana”, ha dichiarato ieri Bensalah.
Sempre ieri è arrivato anche un altro annuncio importante. Il capo dell’esercito algerino ha fatto sapere che si aspetta che la magistratura inizi a perseguire l’e’lite al potere del Paese. Il tenente generale Ahmed Gaid Salah, ha descritto gli uomini attorno al presidente Abdelaziz Bouteflika come “la banda”. Ha detto che la magistratura deve avviare un procedimento relativo alla corruzione dell’élite politica, all’abuso di potere e al saccheggio delle risorse del Paese.
I giudici algerini sono “liberi di agire, senza costrizioni, senza pressioni o ordini” e possono “intraprendere azioni legali contro i gruppi coinvolti nella distrazione di fondi pubblici e negli abusi di potere per arricchirsi illegalmente”, ha detto Gaid Salah. “A tal fine, rassicuriamo l’opinione pubblica che la questione sara’ estesa a tutti i casi precedenti, inclusi i dossier El Khalifa, Sonatrach e ‘Boucher’ (legati a un presunto traffico di cocaina che avrebbe coinvolti apparati dello Stato)”, ha aggiunto il generale il quale, poco prima delle dimissioni di Bouteflika, aveva chiesto l’applicazione dell’articolo 102 della costituzione algerina in cui si prevedeva la destituzione del capo dello Stato per «impedimento fisico all’esercizio delle funzioni».