Il primo ministro di Mauritius, Pravind Jugnauth, ha riconosciuto “la grave sconfitta” della sua coalizione, l’Alliance Lepep, alle elezioni parlamentari che si sono tenute domenica. “L’elettorato ha deciso di affidare la guida a un’altra squadra”, ha affermato Jugnauth, 62 anni, in una dichiarazione ai giornalisti. Jugnauth, in corsa per il secondo mandato quinquennale, ha visto sfumare la possibilità di rimanere alla guida dell’arcipelago dell’Oceano Indiano. Il suo rivale Navin Ramgoolam (nella foto), 77 anni, leader della coalizione Alliance of Change, sembra destinato a diventare il nuovo leader di Mauritius, segnando un ritorno politico notevole.
Sebbene i risultati definitivi non siano ancora stati ufficializzati, il vantaggio di Ramgoolam è apparso subito evidente. Ex medico e già primo ministro in passato, Ramgoolam si è mostrato cauto, dichiarando ai media che il suo partito si sta “dirigendo verso una grande vittoria” ma che sarà prudente aspettare il completamento dello spoglio. Nel frattempo, l’umore a Port Louis, la capitale, ha cominciato a riflettere questo cambiamento: decine di persone sono scese in strada, sventolando la bandiera multicolore di Mauritius, in un clima di celebrazione.
Ramgoolam ha basato il suo programma elettorale su promesse di riforme sociali: dall’aumento delle pensioni alla gratuità dei trasporti e dell’accesso a Internet, fino alla riduzione dei costi del carburante. A fianco a lui, l’ex ministro degli Esteri di Mauritius e membro della coalizione di opposizione, Arvin Boolell, ha definito il risultato una “vittoria del popolo”, segno di un desiderio di cambiamento profondo nella popolazione.
L’affluenza alle urne è stata alta, con circa l’80% degli aventi diritto recatisi a votare per eleggere i legislatori che occuperanno i 62 seggi del parlamento. A questi, come previsto dal sistema elettorale, potrebbero aggiungersi fino a otto seggi attribuiti ai cosiddetti “miglior perdente”, per assicurare una rappresentanza etnica bilanciata.
Questo importante evento elettorale arriva poco dopo un accordo storico tra il Regno Unito e Mauritius sulla sovranità delle Isole Chagos, un altro tema sensibile per i cittadini mauriziani. In particolare, i chagossiani, alcuni dei quali sono tornati a casa dopo un lungo esilio, hanno criticato la mancanza di coinvolgimento nelle trattative che riguardano il loro territorio.