Traslitterato in caratteri latini dall’arabo, “Ensen” significa “umano”. E’ il titolo con cui la tunisina Emel Mathlouthi, l’interprete di uno degli inni della Primavera Araba più famosi (Kelmiti Horra – My World is Free), ha battezzato il suo secondo album.
Emigrata a New York, con questo lavoro – registrato in sette diversi paesi sparsi in due continenti – prova (e spesso ci riesce) a sposare i suoni e le tradizioni della sua terra con un approccio da songwriter folk “occidentale”, a cui aggiunge una produzione dai fascinosi ricami elettronici. La sua mission è sempre la stessa: “Dare voce a chi non può parlare”.
(Claudio Agostoni)