Dopo l’uscita del libro sono già successe due o tre cose buone: Asmara è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità; un organo delle Nazioni Unite ha riconosciuto che non ci sono evidenze di un appoggio eritreo ad al-Shabaab somalo (e che motivava una parte delle sanzioni); l’annosa disputa di frontiera con l’Etiopia ha conosciuto una svolta positiva. L’autore spende alcune pagine a mostrare come la cattiva stampa sul governo sarebbe propaganda (Fine e rinascita di un sogno africano è il sottotitolo dell’opera), e i succitati fatti gli darebbero in parte ragione.
Non è questa la sede per approfondire, anche perché il libro si propone soprattutto quasi come un diario di viaggio nel Paese, che l’autore ha frequentato con molto (e giustificato) affetto, concentrandosi in alcune località topiche, dalla capitale alle isole Dahlak a Cheren, e tirando fuori al momento giusto le pagine di storia – coloniale italiana e non solo – utili a una più profonda comprensione. Insomma un invito alla conoscenza di questa «propaggine della mitica terra di Punt».
Besa, 2017, pp. 176, € 18,00
(Pier Maria Mazzola)