Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha incontrato il presidente dell’Eritrea Isaias Afwerki ad Asmara nel corso del viaggio in Africa organizzato per aumentare il sostegno internazionale a Mosca. Il presidente eritreo è un leader molto discusso per la sua politica di repressione del dissenso, che ha fatto precipitare l’Eritrea al penultimo posto nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere. La stampa, come tutta la società eritrea, “è soggetta all’arbitrarietà assoluta del presidente, responsabile di crimini contro l’umanità secondo un rapporto delle Nazioni Unite del giugno 2016. Non ci sono media indipendenti, i giornalisti sono in esilio o in prigione”, denuncia Rsf. L’Eritrea è un Paese strategico per la sua posizione geopolitica: il Paese si trova nel Corno d’Africa, affacciata al Mar Rosso, nel cuore di traffici navali d’importanza mondiale.
Secondo quanto riportano i media internazionali, la visita arriva dopo che Lavrov ha visitato il Sudafrica, uno dei più importanti alleati del suo Paese nel continente. Proprio a Pretoria, Lavrov ha respinto le critiche sulle esercitazioni navali congiunte tra Russia, Cina e Sudafrica che si terranno il mese prossimo. Prima di visitare Eritrea e Sudafrica, Lavrov è stato in Angola e in Eswatini.
Ad Asmara, secondo quanto riportato in una nota del ministro dell’Informazione dell’Eritrea, Yemane Meskel, il ministro degli Esteri russo ha incontrato il presidente eritreo Isaias Afwerki con il quale ha discusso delle dinamiche della guerra in Ucraina e del rafforzamento dei legami bilaterali nei settori dell’energia, delle miniere, della tecnologia dell’informazione, dell’istruzione e della sanità.
La Russia ha trovato alleati in diversi Paesi africani che hanno assunto una posizione più neutrale sull’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Alla prima risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel marzo dello scorso anno che condannava le azioni russe, i Paesi africani costituivano una percentuale significativa di coloro che si sono astenuti dal voto. L’Eritrea era tra i cinque Paesi che hanno votato contro, insieme a Siria, Corea del Nord, Cina e Bielorussia.