La Chiesa ha criticato aspramente il governo eritreo per la decisione di chiudere le strutture sanitarie cattoliche nel Paese. La posizione della Chiesa è contenuta in una lettera inviata al governo in cui si accusa l’esecutivo per aver chiuso venti centri medici senza rispettare le norme di legge. Nella missiva si lamenta anche la dimissione forzata dei pazienti e l’intimidazione degli operatori sanitari da parte dei soldati che hanno preso possesso delle strutture.
La Chiesa sottolinea che la sua principale preoccupazione è unicamente per le molte persone che sono state toccate negativamente dalla decisione del governo. Nella lettera si sottolinea anche che i servizi sociali della Chiesa non sono centri di opposizione al governo ma offrono servizi indispensabili alle persone, soprattutto a quelle più povere e nei luoghi più distanti e abbandonati.
«Il governo può dire che non vuole i servizi della Chiesa – conclude la lettera -, ma espropriarli non è né corretto, né legale».