L’Eritrea ha lanciato un attacco su vasta scala lungo il confine con l’Etiopia settentrionale alimentando una escalation dei combattimenti contro le milizie del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf). Le autorità tigrine, a loro volta, hanno mobilitato i loro militari per affrontare l’offensiva.
“Gli eritrei stanno combattendo a fianco delle forze federali etiopi, comprese le unità di commando, e delle milizie locali – ha detto il portavoce del Tigray, Getachew Reda -. L’Eritrea sta schierando il suo intero esercito al quale si sono recentemente aggiunti i riservisti. Le nostre forze stanno difendendo eroicamente le loro posizioni”.
Le autorità tigrine, in una dichiarazione in cui si parla della “sfida esistenziale” della regione, hanno chiesto alla loro gente di prepararsi alla guerra, in modo da poter “rovinare i sogni e le aspirazioni dei loro nemici, una volta per tutte”.
Un operatore umanitario ad Adigrat ha detto all’agenzia di stampa Ap che le forze eritree stavano colpendo da ieri le aree circostanti. Martedì, l’inviato degli Stati Uniti nel Corno d’Africa ha detto ai giornalisti che Washington sta seguendo i movimenti delle truppe eritree attraverso il confine. “Sono estremamente preoccupanti e lo condanniamo – ha commentato Mike Hammer in risposta ai movimenti dei reparti di Asmara -. Tutti gli attori stranieri esterni dovrebbero rispettare l’integrità territoriale dell’Etiopia ed evitare di alimentare il conflitto”. Ha poi ribadito l’invito alle parti in guerra ad avviare colloqui dicendo che “non esiste una soluzione militare al conflitto”.
La situazione all’interno del Tigray rimane terribile, con milioni di persone che non possono comunicare con il resto del mondo. Con i servizi bancari e di comunicazione distrutti, il loro ripristino è stato una delle principali richieste negli sforzi di mediazione.
Secondo alcuni osservatori, un ingresso su vasta scala dell’Eritrea nella guerra del Tigray potrebbe ostacolare gli sforzi di pace tra i leader del Tigray e il primo ministro etiope Abiy Ahmed.
La guerra civile in Tigray è scoppiata nel novembre 2020 e ha provocato la morte di decine di migliaia di persone e oltre due milioni di sfollati. Da più parti sono state segnalate anche stragi e violenze contro le popolazioni civili.
Il responsabile dell’Oms, Adhanom Gebreyesus, ha accusato i Paesi occidentali di chiudere un occhio sulla situazione nel Corno d’Africa, ritenendo la crisi umanitaria del Tigray “meno importante di quella ucraina”.