L’Unione europea ha imposto ieri sanzioni all’Eritrea per presunte violazioni dei diritti umani, comprese esecuzioni extragiudiziali, torture, sparizioni forzate e arresti arbitrari. La decisione dell’Ue segue la denuncia delle Nazioni Unite dell’intervento di truppe eritree in Tigray, regione settentrionale dell’Etiopia.
“Le sanzioni riguardano violazioni e abusi dei diritti umani molto gravi, indipendentemente dal luogo in cui vengono commessi. Tutte le misure restrittive dell’Unione europea sono conformi al diritto internazionale e sono soggette ai più elevati standard di Stato di diritto”, ha commentato Josep Borrell, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Il ministero degli Esteri dell’Eritrea ha reagito dicendo che la decisione dell’Ue è “maliziosa” e ha accusato Bruxelles di voler “riportare il potere al Fronte di liberazione popolare del Tigray”. “L’Ue non ha prerogative legali o morali per la sua decisione e ha semplicemente rilanciato accuse inventate per disturbare l’Eritrea per secondi fini”, ha detto il ministero degli Esteri in una nota.
Migliaia di persone sono state uccise durante i combattimenti nel Tigray e centinaia di migliaia sono state costrette a fuggire dalle loro case dallo scoppio del conflitto nel novembre dello scorso anno. Etiopia ed Eritrea hanno negato che Asmara abbia inviato truppe nel Tigray nonostante un generale etiope e testimoni abbiano riferito la loro presenza.