Esperanza, di Roberto Berardi e Andrea Spinelli Barrile

di AFRICA
Esperanza, di Roberto Berardi e Andrea Spinelli Barrile

Non è la prima volta che un imprenditore italiano in Guinea Equatoriale finisce nei guai. Nel 2007 periva in un (poco) misterioso incidente aereo il friulano Igor Celotti. Attualmente sono detenuti i romani Fabio e Filippo Galassi, padre e figlio, condannati rispettivamente a 33 e 21 anni di reclusione. Roberto Berardi era invece stato liberato a metà luglio del 2015, dopo un anno e mezzo di galera (nel «carcere modello» di Bata), con lunghi periodi di isolamento e sperimentando anche la tortura. Il suo torto? Aver accettato, lui imprenditore edile originario di Latina e da un quarto di secolo in Africa, dove aveva anche messo su famiglia, di entrare in società con Teodorín Obiang Nguema, l’inclito vicepresidente di un Paese che galleggia sul petrolio, e figlio omonimo del padre: una famiglia che va stuprando l’unica nazione ispanofona fin dal giorno dell’indipendenza, nel 1968.

Quando Berardi comincia ad accorgersi di voragini nei conti della Eloba SA, è già tardi. Presenta la vera contabilità agli inquirenti internazionali, che apprezzano. Chi non apprezza è il socio, Teodorín detto “il Principe”, poco allettato dalla successione al trono ma perdutamente interessato al lusso in tutte le sue manifestazioni. Per Berardi comincia allora la discesa agli inferi, alleviata di quando in quando da inattesi gesti di amicizia, pur nella prigionia, e in particolare da una giovane donna che si spaccia per sua moglie e riesce ad aiutarlo per tutto il tempo della reclusione. Il suo nome è Esperanza.

Una testimonianza che, dietro una vicenda personale, lascia trasparire il tetro clima morale di una nazione che avrebbe i numeri per essere un piccolo paradiso. Ritrovata la libertà, Roberto Berardi si è avvicinato all’opposizione in esilio. Non a caso la prefazione è firmata Severo Matías Moto Nsá, che di questa opposizione è il leader riconosciuto.

Dal libro non esce bene la diplomazia italiana, accusata dai familiari di indolenza nell’accelerare la risoluzione del caso. E nemmeno papa Francesco, che mentre Berardi era dentro e Teodorín alle prese con la giustizia francese per altri casi (la condanna è arrivata a fine ottobre) – per non parlar della dittatura al quotidiano –, riceveva alla sua scrivania Teodoro-padre.

Slow News, 2016, pp. 231, € 18,00

(Pier Maria Mazzola)

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