Etiopia – 36 milioni di cittadini chiamati alle urne

di Enrico Casale
elezioni in etiopia

Circa 36 milioni di persone (su 94 milioni di abitanti) si sono registrate per prendere parte alle elezioni del prossimo 24 maggio, le quinte dalla caduta della dittatura del Derg e le prime dalla morte di Meles Zenawi, uomo forte di Addis Abeba per oltre 20 anni.
A contendersi alle urne  i 547 seggi del parlamento sono circa 6 mila candidati di 58 partiti politici che tuttavia – concordano gli osservatori – non rappresentano in alcun modo una minaccia per l’Eprdf (Fronte rivoluzionario e democratico del popolo etiope) al potere da oltre un quarto di secolo.
“In pochi si aspettano da queste elezioni un cambio di rotta” concordano fonti della MISNA nella capitale. “L’attuale primo ministro Hailemariam Desalegn si è inserito perfettamente nel tracciato segnato prima di lui da Meles e la leadership del partito mantiene salda la presa sul potere”.
Nonostante l’arresto di alcuni oppositori politici e le accuse delle associazioni per i diritti umani sull’atmosfera “sfavorevole” ad un voto democratico – la stampa e le stazioni radiofoniche sono controllate dal governo e le poche voci appartenenti ad editori privati spesso si auto¬censurano per timore di ritorsioni – la campagna elettorale si è svolta senza incidenti di rilievo e non ci si aspetta tensioni all’indomani del voto.
“Qui la gente è combattuta tra la voglia di rivendicare maggiore libertà e la paura dell’instabilità” raccontano gli interlocutori, “e a ben guardare non hanno tutti i torti. L’Etiopia è circondata da paesi che lottano per la stabilità. Non è solo il caso della Somalia, ma dello stesso Kenya, fino a qualche anno fa un paesi assolutamente tranquillo, che oggi invece si trova a fare i conti con il terrorismo e la paura”.
Il lungo corso dell’EPRDF, difatti, ha avuto il riconosciuto merito di sviluppare l’economia del paese, trasformando l’Etiopia nella quinta potenza economica del continente. Secondo dati aggiornati della Banca Mondiale, il tasso di crescita del pil etiope è pari al 6,9% annuo, mentre la popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà è diminuita da l 38 al 29%.
Materie prime e manodopera a basso costo, oltre che immense distese di terreni da destinare all’agribusiness, hanno fatto dell’Etiopia una delle mete più ambite da parte degli investitori internazionali a sud del Sahara. “Se tutto questo avrà un costo, oggi non ci si pensa. Negli occhi della gente ci sono i grandi progetti di infrastrutture, dalle dighe alle centrali elettriche, che stanno portando luce e modernità in tutte le case” osserva ancora un interlocutore di MISNA.
(20/05/2015 Fonte: Misna)

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