Etiopia: Abiy Ahmed conferma – per la prima volta – presenza truppe eritree nel Tigray

di Valentina Milani

Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha confermato per la prima volta oggi che truppe dell’Eritrea sono entrate nella regione settentrionale del Tigray durante il conflitto scoppiato lo scorso novembre. L’ammissione arriva dopo mesi in cui sia Addis Abeba sia Asmara hanno negato la presenza di truppe eritree nella regione, in seguito al moltiplicarsi di denunce e accuse da parte delle agenzie delle Nazioni unite e di diverse organizzazioni sui presunti massacri commessi nel Tigray.

Intervenendo oggi davanti al parlamento di Addis Abeba, riferiscono concordanti fonti di stampa locale e internazionale, il primo ministro ha affermato che le truppe eritree sarebbero entrate lungo il confine “perché temevano di essere attaccate dalle forze del Tigray”, aggiungendo che gli eritrei avevano promesso di andarsene quando l’esercito etiope fosse riuscito a controllare il confine.

Secondo quanto riportato da giornalisti della Reuters in viaggio nel Tigray la settimana scorsa, camion carichi di soldati eritrei erano in quei giorni presenti sulla strada principale tra la capitale regionale Mekelle e Shire, e nelle strade principali di Shire. La presenza di truppe eritree è stata confermata anche da fonti ben informate di AfricaRivista/InfoAfrica.

I combattimenti sono scoppiati nel Tigray dopo che le forze fedeli al governo regionale – il Tigray People’s Liberation Front (Tplf) – hanno attaccato le basi dell’esercito in tutta la regione durante la notte e nelle prime ore del 4 novembre.

Il primo ministro Abiy Ahmed ha inoltre detto oggi al parlamento che “indipendentemente dalla propaganda di esagerazione del Tplf, qualsiasi soldato responsabile di aver violentato le nostre donne e saccheggiato le comunità della regione (Tigray) sarà ritenuto responsabile in quanto la loro missione è quella di proteggere”. Lo si apprende da un tweet del suo ufficio che precisa anche che il primo ministro ha fatto riferimento al fatto che “rapporti indicano che sono state commesse atrocità nella regione del Tigray”. Questo arriva giorni dopo che l’Onu ha accettato la richiesta dell’Etiopia di un’indagine congiunta sulle accuse di violazioni dei diritti umani nel Tigray. 

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