L’Etiopia si appresta a chiudere un campo di rifugiati eritrei e, anche se questa operazione potrebbe renderli più esposti al coronavirus, a reinsediarne migliaia in campi che secondo le Nazioni Unite sarebbero già pieni. Il campo di Hitsats è uno dei quattro della regione del Tigray, che ospitano in totale circa 100mila rifugiati dall’Eritrea (in tutto il Paese i rifugiati eritrei sono 170mila).
Funzionari etiopi hanno informato l’Unhcr all’inizio di marzo del piano di ristrutturazione, ma tutto è stato ritardato dopo che nel Paese si sono registrati i primi casi Covid-19. Tuttavia sono proseguiti i preparativi per la chiusura del campo di Hitsats. Il reinsediamento potrebbe iniziare entro la fine di aprile, ha fatto sapere Eyob Awoke, vicedirettore generale dell’Agenzia etiopica per rifugiati e rimpatriati. I rifugiati di Hitsats potranno reinsediarsi in altri due campi od ottenere un permesso per vivere e lavorare in modo autonomo in Etiopia.
La decisione di chiudere Hitsats – che secondo il governo ospita 13.022 rifugiati – è in parte legata ai tagli di bilancio dell’Unhcr, ha spiegato Eyob. Addis Abeba ritiene inoltre che possa accogliere meglio i rifugiati ristrutturando i campi del Tigray. L’Etiopia ha iniziato l’anno facendo i conti con una riduzione del 14% dei finanziamenti dell’organizzazione, «ma ciò non giustifica la chiusura di un campo», ha dichiarato ad Afp Ann Encontre, rappresentante dell’Unhcr in Etiopia.