Aumenta il numero degli sfollati a causa della guerra del Tigray. Secondo il rappresentante dell’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, Axel Bisschop, la maggior parte sono famiglie che sono partite a piedi dalle loro case per cercare rifugio all’estero e ormai sono più di 30.000 i profughi tigrini nei campi profughi sudanesi.
Le forze dell’esercito federale, pur negando di aver preso di mira i civili, continuano la loro offensiva. Secondo quanto annuncia il governo di Addis Abeba, reparti etiopi stanno avanzano sulla capitale regionale, Macallè. Nel frattempo l’esecutivo del premier Abiy Ahmed ha lanciato anche un’offensiva diplomatica.
Demeke Mekonnen, vice primo ministro e ministro degli Affari esteri, dopo essere stato in Kenya, Uganda e Ruanda, si è recato a Kinshasa (Rd Congo), dove ha incontrato il presidente Félix Tshisekedi, attuale vicepresidente dell’Unione africana. Demeke ha detto che l’Etiopia tornerà alla normalità non appena «la giunta» (i leader tigrini ribelli) sarà schiacciata. E ha aggiunto che l’Etiopia può gestire la situazione di crisi senza aiuti esterni.
Il presidente Tshisekedi ha però offerto l’aiuto di Kinshasa ad Addis Abeba: «Come nella seconda guerra mondiale durante la battaglia di Assosa e Gambela (quando i belgi-congolesi aiutarono gli etiopi a cacciare gli italiani, ndr), la Rd Congo è pronta ad aiutare i fratelli etiopi a riprendere il controllo delle proprie terre”.
Dalla Somalia arrivano, invece, messaggi contrastanti. Il ministero degli Affari esteri ha reso pubblica una dichiarazione nella quale si esprime «sostegno all’unità dell’Etiopia». Il comunicato ribadisce anche «la solidarietà della Somalia al governo dell’Etiopia sotto la guida del primo ministro Abiy Ahmed». Ma ore dopo è stato cancellato dal sito Web del ministero e il ministro, Ahmed Isse Awad, ha smentito con un Tweet: «La dichiarazione che è girata non rappresenta il punto di vista del governo federale della Somalia, e quindi non è da prendere in considerazione».
L’Etiopia ha anche molti reparti nella vicina Somalia che fanno parte della forza di pace dell’Unione africana. La scorsa settimana, i media locali somali hanno riferito che l’Etiopia prevede di ritirare 3.000 militari da Amisom.