Nella giornata di ieri “sarebbe stato arrestato un sacerdote italiano, don Cesare Bullo”. Lo riferiscono fonti di stampa. La notizia non è ancora stata confermata dall’istituto dei salesiani, di cui fa parte il religioso.
Sarebbe il secondo connazionale finito nelle retate della polizia federale: Alberto Livoni, operatore umanitario del Vis (ong italiana che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani ed è molto attivo nel nord del Tigray, è rimasto in cella da otto giorni e proprio ieri è stato rilasciato dalle autorità. Rilasciato grazie a una “operazione condotta dall’Ambasciata Italiana in Etiopia”, si legge nel comunicato del Vis. “Restiamo in apprensione per i due operatori Vis locali ancora trattenuti in stato di fermo, continuiamo a seguire la loro situazione auspicando anche per loro l’immediato rilascio”, conclude la nota.
Ora c’è preoccupazione anche per il missionario italiano. Don Cesare, 80enne, è il direttore del Centro Don Bosco in Etiopia, dove i missionari salesiani da decenni si occupano dell’assistenza e della formazione di bambini e ragazzi.
La situazione nel Paese è sempre più tesa e il conflitto che da oltre un anno contrappone l’esercito di Addis Abeba ai miliziani del TPLF (Fronte popolare di liberazione del Tigray) è entrato in una nuova drammatica fase, testimoniata anche dal nervosismo delle autorità governative.