Etiopia, arrivato a Macallè il primo convoglio umanitario

di claudia

Il primo convoglio di aiuti è arrivato in Tigray dopo mesi di blocco del sostegno umanitario. Lo hanno dichiarato ieri sera alcuni gruppi umanitari che hanno specificato che il convoglio trasportava 40 tonnellate di medicinali essenziali e attrezzature chirurgiche ed è giunto a Macallè, la capitale della regione.

La Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha salutato la consegna con “enorme sollievo” dopo due anni di guerra che ha ucciso circa 600.000 persone e ha provocato lo sfollamento di due milioni. “Il sistema sanitario nella regione è sotto pressione estrema e queste consegne sono un’ancora di salvezza per le persone che hanno bisogno di cure”, ha affermato Nicolas von Arx del Cicr. E ha proseguito: “È la prima consegna di aiuti da quando il cessate il fuoco stabilito in primavera è stato violato ad agosto”.

All’inizio di questo mese, le parti in guerra hanno concordato di porre fine alle ostilità a seguito dei colloqui mediati dall’Unione africana in Sudafrica. Domenica scorsa è stato firmato a Nairobi un accordo per fornire l’accesso umanitario al Tigray. Il governo ha affermato di controllare ora il 70% del Tigray e ha afferma che gli aiuti “fluiscono come mai prima”.

La scorsa settimana, l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto un massiccio afflusso di cibo e medicinali nella regione, affermando che gli aiuti di cui c’era un disperato bisogno non erano ancora stati autorizzati. “Molte persone muoiono per malattie curabili. Molte persone muoiono di fame”, ha detto in una conferenza stampa il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, originario del Tigray.

Ad agosto, le Nazioni Unite hanno affermato che almeno 400.000 persone nel Tigray vivevano in condizioni di “carestia”, con gli sforzi umanitari ostacolati da “ritardi e restrizioni arbitrarie” e il governo che utilizzava la fame come arma di guerra. I combattimenti nel Tigray hanno prosciugato un miliardo di dollari dalle riserve del Paese, ha affermato il segretario generale Antonio Guterres.

Il conflitto è iniziato dopo che il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha inviato truppe nel Tigray nel 2020, dopo aver accusato il Fronte popolare di liberazione del Tigray – gruppo che ha dominato per decenni  la politica etiope – di attaccare i campi dell’esercito federale.

L’Ua sta monitorando l’attuazione del cessate il fuoco, che è stato salutato come “una nuova alba” per l’Etiopia e la regione più ampia.

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