Il generale Gebremedhin Fekadu (conosciuto con lo pseudonimo di Wedi Necho) è morto in detenzione ad Addis Abeba la scorsa settimana. Fekadu era il responsabile delle comunicazioni della Forza di difesa nazionale etiope (Endf, le forze armate federali). Aveva anche servito come comandante delle missioni dell’Unione africana (Ua) in Liberia e Somalia. I leader tigrini del Tplf hanno accusato il governo etiope di aver costretto Fekadu, “che non aveva commesso alcun reato se non quello di servire onorevolmente il suo popolo e il suo Paese”, a “languire in prigione solo a causa della sua identità tigrina”. Una lunga detenzione che lo ha infine portato alla morte.
Fekadu è stato arrestato l’11 novembre, insieme ad altri 17 generali e ufficiali di basso rango, con l’accusa di aver interrotto le comunicazioni con il Comando del Nord e aver consentito la controffensiva delle forze tigrine. Insieme a quattro generali di brigata, cinque colonnelli e cinque luogotenenti, è stato accusato di tradimento. Secondo i media etiopi, Fekadu ha ricevuto la visita della moglie e del figlio nel centro di detenzione di Kaliti, la mattina in cui è morto.
I tigrini chiedono ora un’indagine sulle circostanze della morte di Fekadu. “Il governo del Tigray richiede che un’indagine indipendente sia condotta da un’entità internazionale imparziale sulle circostanze che circondano il martirio dell’eroico combattente per la libertà – ha affermato il governo -. Lavoreremo per affrontare i molteplici problemi che affliggono il nostro popolo e per vendicare la perdita di tutti i nostri eroici martiri, incluso il sacrificio del nostro eroico combattente, il generale Gebremedhin Fekadu”.