Etiopia, Commissione dell’Unione africana chiede la fine delle ostilità nel Tigray

di claudia
guerra in Tigray

La Commissione dell’Unione africana ha chiesto ieri la cessazione delle ostilità nel conflitto tra il governo dell’Etiopia e le forze del Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf) che controllano la regione più settentrionale del Paese. L’appello arriva dopo la conferma delle autorità etiopi e dei ribelli di una recrudescenza del conflitto nelle aree confinanti della regione del Tigray, scoppiato ufficialmente ieri con la denuncia del Tplf dopo un periodo di calma che durava da marzo, grazie al cessate il fuoco umanitario unilaterale dichiarato dal governo del Primo Ministro Abiy Ahmed.

“Il presidente della Commissione dell’Unione africana, profondamente preoccupato per le notizie di nuovi scontri militari in Etiopia, chiede una riduzione dell’escalation” si legge in una dichiarazione della Commissione.

Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione Ua, ha ribadito “il costante impegno dell’Unione africana a lavorare con tutte le parti per sostenere un processo politico nell’interesse del Paese”. Mahamat ha esortato le parti in conflitto a collaborare con l’Alto rappresentante dell’Unione africana per il Corno d’Africa, l’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo.

Il governo di Addis Abeba si è dichiarato pronto a impegnarsi nei colloqui, purché avvengano sotto la sola mediazione dell’Unione africana: il Tplf tuttavia ha sempre respinto l’ipotesi che sia la sola Unione africana a fare da mediatore, proponendo che si tengano colloqui sotto la guida del presidente uscente del Kenya Uhuru Kenyatta. Dopo lo scoppio di nuove ostilità, ieri mattina, le due parti si incolpano a vicenda per questa nuova escalation.

Dall’inizio del conflitto nel Tigray, nel novembre 2020, migliaia di persone, per lo più civili, sono state uccise e milioni sono gli sfollati, con le Nazioni unite che hanno accusato entrambe le parti di essere responsabili della perdita di vite umane. L’Onu ha avvertito che il Tigray “è sull’orlo di una catastrofe umanitaria”, con oltre il 40% dei circa 6 milioni di persone che vivono nella regione che dipendono dagli aiuti di emergenza.

Ha anche detto che più di 5 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case nelle regioni di Afar e Amhara, dove le forze del Tplf hanno compiuto incursioni militari un anno fa, causando gravi perdite di vite umane e ingenti danni materiali.

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