All’indomani della firma a Pretoria in Sudafrica di un accordo di pace tra il governo etiope e il Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) per la cessazione delle ostilità in corso da ormai due anni, si susseguono le dichiarazioni della comunità internazionale a sostegno dell’intesa.
Tra queste, si segnala la nota diffusa dalla Farnesina attraverso la quale il ministero degli Affari esteri ha reso noto di accogliere “con favore l’importante accordo sulla cessazione delle ostilità”, precisando che “si tratta di un passo lodevole da parte di tutti gli attori coinvolti nei colloqui condotti dall’Unione Africana. L’attuazione di questo risultato è ora cruciale”. “L’Italia – conclude la nota – resta pronta a contribuire al raggiungimento di una pace durevole nel Paese”.
Gli Stati Uniti hanno a loro volta definito un “passo epocale” l’accordo. “Accogliamo con favore l’importante passo compiuto oggi a Pretoria per portare avanti la campagna dell’Unione africana per mettere a tacere le armi”, ha detto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che ha aggiunto: “Accogliamo con favore la consegna senza ostacoli di assistenza umanitaria e la protezione dei civili che dovrebbero risultare dall’attuazione di questo accordo”.
Blinken ha elogiato gli “sforzi straordinari” dei mediatori dell’Unione africana, tra cui l’ex presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo; l’ex presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta; e il Sudafrica.
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha inviato truppe nel Tigray nel 2020 dopo aver accusato il Fronte popolare di liberazione del Tigray – movimento che per decenni è stato al centro della politica etiope e poi è stato gradualmente emarginato – di aver attaccato caserme dell’esercito federale. Da allora, i combattimenti nel secondo Paese più popoloso dell’Africa hanno costretto più di due milioni di persone ad abbandonare le proprie case.
I ricercatori stimano che almeno 600.000 persone siano morte nel Tigray, sia come risultato diretto dei combattimenti sia per problemi correlati, come la carestia o la crisi sanitaria causata dal blocco della regione settentrionale da parte del governo etiope.
Il conflitto ha gravemente inasprito le relazioni tra gli Stati Uniti e il loro storico alleato, l’Etiopia, con l’amministrazione del presidente Joe Biden che ha rimosso la nazione dell’Africa orientale da un importante patto commerciale, citando problemi di diritti umani. Pur non promettendo il ritorno dell’Etiopia all’African Growth and Opportunity Act, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price, ha detto: “Esso presenta un’opportunità, un’opportunità bilaterale, per gli Stati Uniti e l’Etiopia”. Blinken ha accolto con favore una dichiarazione del premier etiope Abiy Ahmed, che ha promesso di attuare l’accordo di pace. Blinken ha affermato che gli Stati Uniti hanno condiviso “il suo desiderio di un partenariato rafforzato per sostenere la ricostruzione e lo sviluppo di tutte le comunità nel nord dell’Etiopia colpite dal conflitto”.
Anche Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha accolto “con favore” la firma dell’accordo. “L’accordo è un primo passo fondamentale verso la fine del devastante conflitto di due anni in cui sono andate perdute le vite e i mezzi di sussistenza di così tanti etiopi” ha detto Guterres che ha esortato gli etiopi e la comunità internazionale a sostenere “il passo coraggioso” compiuto dalle parti in conflitto. In una nota, il segretario generale si è detto pronto a sostenere le parti nell’attuazione delle disposizioni dell’accordo e le ha esortate a proseguire i negoziati sulle questioni in sospeso in uno spirito di riconciliazione al fine di raggiungere una soluzione politica duratura, mettere a tacere le armi e portare il Paese sulla via della pace e della stabilità.
Il segretario generale fa appello a tutte le parti interessate a cogliere l’opportunità offerta dalla cessazione delle ostilità per aumentare l’assistenza umanitaria a tutti i civili bisognosi e ripristinare i servizi pubblici disperatamente necessari.
Antonio Guterres ha elogiato l’Unione africana e il suo gruppo di alto livello per aver facilitato l’intesa di pace e il Sudafrica per aver ospitato i colloqui. “Le Nazioni Unite – ha concluso Guterres – sono pronte ad assistere le prossime fasi del processo guidato dall’Unione Africana e continueranno a mobilitare l’assistenza tanto necessaria per alleviare le sofferenze nelle aree colpite”.
Guterres ha inoltre elogiato l’ex presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo, per il suo ruolo di mediatore. L’accordo di pace è stato fortemente voluto dall’Unione Africana (Ua) e da Obasanjo che per settimane hanno lavorato tra le due parti cercando di convincerle a firmare l’accordo di pace in Sudafrica. Nel primo briefing sui colloqui di pace, l’ex presidente della Nigeria ha affermato che l’accordo ha segnato una nuova “alba” per l’Etiopia. Ha aggiunto che entrambe le parti hanno anche concordato “il ripristino della legge e dell’ordine, il ripristino dei servizi e l’accesso senza ostacoli alle forniture umanitarie”.
Reagendo al patto di pace, Guterres, in una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce, Stephane Dujarric, ha affermato che l’accordo di pace ha rappresentato “un primo passo fondamentale” verso la fine della brutale guerra in corso da due anni. Il segretario generale ha descritto il patto di pace come un inizio promettente per porre fine all’ostilità, scoppiata nel novembre 2020, dopo mesi di tensione che avevano distrutto vite e mezzi di sussistenza. “Il segretario generale esorta tutti gli etiopi e la comunità internazionale a sostenere il passo coraggioso compiuto oggi dal governo federale dell’Etiopia e dalla leadership del Tigray”, ha affermato e ha promesso il sostegno delle Nazioni Unite alle parti nell’attuazione dell’accordo. Ha inoltre esortato entrambe le parti a proseguire i negoziati sulle questioni in sospeso in uno spirito di riconciliazione per raggiungere una soluzione politica duratura.
“Le Nazioni Unite sono pronte ad assistere le prossime fasi del processo guidato dall’Unione africana e continueranno a mobilitare l’assistenza tanto necessaria per alleviare le sofferenze nelle aree colpite”, ha concluso Guterres.