Al confine tra Etiopia ed Eritrea, in una delle regioni più isolate dell’Africa, la Dancalia mantiene intatto il fascino delle ultime frontiere. È la patria degli Afar (conosciuti, dalle cronache coloniali, come Dancali), popolazione di origini cuscitiche e di religione musulmana: un milione e mezzo di persone disperse, in clan seminomadi, su una regione vastissima.
A partire dal capodanno etiopico (11 settembre) e fino alla fine dell’inverno, le loro carovane fanno la spola tra l’altopiano e i depositi salini situati nelle basse pianure orientali, percorrendo canyon e piste senza tempo che, in poco più di cento chilometri, precipitano di oltre duemila metri di quota. I convogli di dromedari attraversano un paesaggio meraviglioso, policromatico, colorato dai minerali (il verde-giada, il giallo-zolfo, l’azzurro-cobalto, il bianco dei sali e dei gessi) e scolpito da piccoli vulcani e geyser perenni. Un posto dove rigenerare l’Africa.
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