Etiopia: “detenzioni arbitrarie in Amhara”, la denuncia di Amnesty

di claudia

In risposta alle notizie sulla detenzione arbitraria in corso dal 28 settembre di centinaia di persone, tra cui membri della comunità accademica, nelle principali città della regione Amhara dell’Etiopia, il direttore regionale di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale, Tigere Chagutah, ha dichiarato che “la campagna in corso di detenzioni di massa arbitrarie è un’ulteriore prova del totale disprezzo del governo per lo stato di diritto”.

“Testimoni oculari hanno dichiarato che le autorità si sono presentate con una “lista” e non hanno ottenuto mandati di arresto e perquisizione prima di detenere centinaia di civili in tutta la regione. I detenuti in gran parte non sono stati portati davanti a un tribunale entro 48 ore, come richiesto dalle leggi nazionali e dalla Costituzione del Paese”, ha aggiunto.

Chagutah è quindi stato chiaro: “le autorità etiopi devono porre immediatamente fine a questi arresti arbitrari, incriminare i detenuti per crimini riconosciuti a livello internazionale e seguire un giusto processo, oppure rilasciarli senza ulteriori ritardi. È ora che le autorità smettano di usare la detenzione arbitraria come strumento di repressione”.

Negli ultimi mesi, Amnesty International ha documentato molestie, intimidazioni e attacchi incessanti a giornalisti e difensori dei diritti umani da parte delle autorità etiopi, spingendo molti di loro all’esilio. Questo esodo di voci critiche ha gravemente diminuito l’informazione e la documentazione delle violazioni dei diritti umani in corso, in particolare nelle aree colpite dal conflitto come la regione di Amhara.

Gli ultimi arresti arbitrari di accademici e funzionari pubblici rischiano di erodere ulteriormente la libertà di espressione, osserva Amnesty. I rapporti indicano che tra gli arrestati ci sono membri della comunità accademica delle università federali della regione di Amhara. Testimoni hanno anche raccontato all’organizzazione di difesa dei diritti umani che alcuni arresti sono stati effettuati a tarda notte, anche da membri dell’esercito.

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