Il nuovo Santo Sinodo di Oromia e Nazioni e Nazionalità, formato dai tre arcivescovi separatisti e dai 25 vescovi da loro nominati (tutti scomunicati dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo), ha dichiarato che i vescovi inviati nell’Oromia occidentale hanno ricevuto un sostegno pubblico e un’accoglienza ”travolgenti”.
Secondo un portavoce del sinodo separatista, Hailemichael Tadesse, citato dal sito Addis Standard, due vescovi, assegnati alle diocesi di West Wollega e Kellem Wollega, sono stati accolti trionfalmente dai fedeli delle città di Gimbi e Dembi Dollo. “L’accoglienza non è stata solo nelle città di destinazione, ma in diverse città e piccoli paesi lungo i loro percorsi dove i vescovi hanno visitato le chiese, predicato il Vangelo e condiviso parole di incoraggiamento con i credenti”, ha detto Hailemichael.
“L’accoglienza del pubblico è stata travolgente e ben oltre le nostre aspettative – ha continuato -. L’accusa da parte dei membri del Santo Sinodo quando hanno scomunicato i tre arcivescovi e i 25 vescovi secondo la quale gli arcivescovi non hanno il sostegno pubblico e che lavorano per interessi personali come il potere e il denaro è smentita dal pubblico. È una testimonianza che i fedeli hanno un enorme interesse a ricevere servizi religiosi nelle sue lingue, è anche un’indicazione che dovremmo fare di più e non dobbiamo tirarci indietro”.
Hailemichael ha affermato che l’invio dei vescovi alle diocesi all’interno e all’esterno della regione di Oromia continuerà nei prossimi giorni e settimane, aggiungendo che abune Bersuma, della diocesi di East Wollega si recherà mercoledì a Nekemte City.
Domenica 29 gennaio, in una dichiarazione letta da abune Mathias I, patriarca della Chiesa ortodossa etiope di Tewahedo, il Santo Sinodo ha esortato il governo e la popolazione sulla necessità di rispettare il dogma e il canone del “storica Chiesa ortodossa etiope di Tewahedo” e ha chiesto cautela e protezione da parte delle forze di sicurezza per evitare che “il sangue di cristiani innocenti” venga versato. I tre arcivescovi separatisti e i 25 vescovi da loro nominati sono stati scomunicati dalla sessione plenaria di emergenza del Santo Sinodo, con l’accusa di coinvolgimento in “unzione illegale” all’insaputa della Chiesa. Sabato 28 gennaio i tre arcivescovi hanno scomunicato, a loro volta, dodici arcivescovi membri del Santo Sinodo come contromisura.
Lo scisma è avvenuto il 22 gennaio nella Haro Beale Wold Church, nella città di Woliso, nella zona sud-occidentale della Shoa nello Stato regionale di Oromia, dove abune Sawiros, insieme ad altri due arcivescovi, ha nominato 26 vescovi: 17 vescovi per le diocesi situate nella regione dell’Oromia e nove vescovi per le diocesi al di fuori dell’Oromia, senza il coinvolgimento del Santo Sinodo, creando un diffuso choc e rabbia tra molti di seguaci della Chiesa. Abune Sawiros ha spiegato che la decisione è stata presa per risolvere problemi di lunga data all’interno della Chiesa per non aver servito i credenti nelle loro lingue native e rispettando la loro cultura, il che ha provocato la perdita di milioni di credenti negli ultimi anni, in particolare in Oromia e nella regione meridionale.
Foto di Bernard Healy, Licenza Creative Commons