I miliziani tigrini non si sarebbero ritirati dalla regione Afar: è quanto sostiene Legesse Tulu, un portavoce del governo etiope, secondo il quale i resoconti dei media su un ritiro dei ribelli sono “grandi bugie”.
La polizia di Afar ha comunicato che le forze del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) sarebbero ancora a Koneba, Abala, Berhale e Magale.
Nei giorni scorsi il Tplf aveva dichiarato che i propri uomini si stavano ritirando per permettere ai convogli umanitari di entrare nell’area colpita dalla carestia (oltre il 90% della popolazione è a corto di cibo).
“Ci siamo già ritirati da tutta la regione Afar – aveva detto all’Afp, un portavoce dei ribelli, Kindeya Gebrehiwot -. Le questioni umanitarie e politiche dovrebbero essere scollegate”.
Il 25 marzo il governo federale ha annunciato un cessate-il-fuoco unilaterale, dicendo che avrebbe consentito l’ingresso degli aiuti umanitari. Il Tplf, a sua volta, ha accettato di rispettare la sospensione delle ostilità a condizione che gli aiuti fossero consegnati alla loro regione “entro un tempo ragionevole”.
La guerra nel nord dell’Etiopia è scoppiata nel novembre 2020, quando il primo ministro Abiy Ahmed ha inviato truppe nel Tigray in risposta a quelli che ha definito attacchi dei ribelli ai campi dell’esercito.