La Valle dell’Omo, remota propaggine meridionale dell’Etiopia, fu perlustrata per la prima volta agli inizi del XIX secolo dall’esploratore italiano Vittorio Bottego. Attorno al fiume Omo, culla di affascinanti civiltà, convivono una cinquantina di popoli che per lungo tempo hanno vissuto pressoché isolate, mantenendo usi e costumi secolari.
Non è più “l’ultima frontiera incontaminata e selvaggia dell’Africa”, ma il fascino della regione rimane intatto, specie se ci si inoltra lontano dalle piste battute dai fuoristrada, dove è ancora possibile assistere a cerimonie di iniziazione (come il celebre salto dei tori) e riti propiziatori.
Il viaggio organizzato da Kanaga Adventure, tour operator italiano con sede in Africa, prevede incontri con comunità di diverse etnie: i Dorze, agricoltori e tessitori del cotone che vivono in capanne di bambù a forma di elefante. I Konso, rinomati per le sculture lignee che rappresentano i guerrieri deceduti in battaglia, i nemici sconfitti e gli animali catturati. I Bodi, conosciuti per un singolare concorso di bellezza che premia l’uomo più “in carne” del villaggio.
I Mursi che, con i loro corpi incisi, le scarificazioni e i piattelli labiali che deformano le labbra delle donne, incarnano la fierezza di un popolo attaccato alle tradizioni. Gli Hamer, infine, famosi per i propri ornamenti di perline e conchiglie, e per la varietà delle loro raffinate acconciature. Luglio e agosto sono i mesi ideali per assistere ai rituali ancestrali.
Info: kanaga-at.com
(Marco Trovato)