Alberto Livoni, il cooperante cinquantenne di origini emiliane, posto in stato di fermo dalle autorità etiopi, è in buone condizioni di salute, anche se è scosso. A sostenerlo fonti bene informate sentite da InfoAfrica.
Livoni, studi in Svizzera e una lunga esperienza nella cooperazione, è stato prelevato sabato dalle forze dell’ordine ad Addis Abeba. Secondo le stesse fonti, il volontario è stato posto in stato di fermo che, al momento, non è stato trasformato in arresto. Quindi Livoni sarebbe trattenuto in una stazione di polizia (ma non si conosce il luogo) e non in un carcere. Non si sa qual è lo stato di accusa in base al quale è stato fermato né quali potranno essere le misure che l’autorità giudiziaria potrebbe assumere nelle prossime ore. Il cooperante sarebbe trattenuto insieme a 26 salesiani anch’essi in stato di fermo.
Nei giorni scorsi le autorità etiopi hanno condotto una serie di arresti e fermi per bloccare quella che considerano una rete che potrebbe favorire il Fronte popolare di liberazione del Tigray, formazione ribelle che è in guerra con Addis Abeba da un anno. Anche le Nazioni Unite sono state colpite. Nelle settimane scorse stati espulsi sette alti funzionari delle Nazioni Unite e martedì, 16 dipendenti delle Nazioni Unite sono stati prelevati e sono ora detenuti nella capitale.
Di fronte a questa situazione, varie organizzazioni di cooperazione stanno facendo rientrare in patria i cooperanti e i volontari in servizio civile.