Il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, ha scritto nel fine settimana una lettera aperta al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nella quale chiede e si interroga sul perché l’amministrazione americana stia garantendo un aperto sostegno al Tigray’s people liberation Front (Tplf), il movimento armato tigrino considerato organizzazione terroristica da Addis Abeba ma anche dalla stessa Casa Bianca.
Il documento – di cui InfoAfrica ha ricevuto copia integrale – è stato diffuso all’indomani della firma, sabato, da parte di Biden di un ordine esecutivo per consentire l’imposizione di sanzioni economiche contro individui e gruppi che perpetrano violenze e ostacolano gli aiuti umanitari in Etiopia.
Nella lettera Abiy evidenzia che il suo governo ha agito contro il Tplf nella stessa maniera in cui il presidente Biden e i suoi predecessori hanno fatto nella loro “guerra al terrore globale”.
“Sfortunatamente – si legge in uno dei passaggi centrali del documento – mentre il mondo ha volto il suo sguardo all’Etiopia e al suo governo per le ragioni sbagliate, non è stato capace di criticare le azioni di un gruppo terroristico con la stessa forza delle critiche mosse al mio governo. I molti sforzi del governo etiope per stabilizzare la regione e risolvere le questioni umanitarie nonostante l’ambiente ostile creato dal Tplf sono stati completamente travisati e stravolti nei racconti”.
Nella lettera Abiy denuncia poi le “crescenti e indebite pressioni” subite dal suo governo negli ultimi mesi, pressioni che definisce “caratterizzate da doppi standard” e che hanno le loro “radici in una ben orchestrata campagna di distorsione degli eventi”. “In qualità di amici di lunga data, nonché di partner e alleato strategico nella sicurezza e nella lotta al terrorismo in Africa, siamo stati colti di sorpresa dalla recente politica degli Stati Uniti contro il nostro Paese e non possiamo non notare che questa scelta vada ben oltre le preoccupazioni umanitarie” scrive Abiy.