Etiopia: il regime si rimangia la parola

di AFRICA

Ci tocca una smentita. Per molti versi è una smentita attesa, che non dipende da noi.

L’Etiopia non libererà tutti i detenuti politici come aveva annunciato il premier Hailemariam Dessalegn in una conferenza stampa ad Addis Abeba. Un testo scritto del governo dice che le parole del primo ministro sono state tradotte male dall’amharico e che, pertanto, il governo prenderà in considerazione soltanto l’ipotesi della grazia per alcuni esponenti dei partiti politici di opposizione. Confermata invece la chiusura della famigerata prigione di Maekalawi, esattamente nel centro di Addis Abeba, vicino al monumento al Leone di Giuda (nella foto), sinistro luogo di torture fin dai tempi del “terrore rosso” del dittatore Menghistu.

Dunque quella che era apparsa una dichiarazione clamorosa crolla come un castello di carte. Il regime al potere si è rimangiato le parole. Ma in questa smentita c’è un piccolo successo diplomatico. La smentita di fatto è una conferma che in Etiopia ci sono detenuti politici, e non pochi. Il regime non aveva mai confermato e, secondo Amnesty, molti restano detenuti senza capi di imputazione, sprofondati in galere come quella tremenda di Maekalawi.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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